Debutta in Azzurro al Menti con l’Under 21. Dueville si gode Okoli, cresciuto nel vivaio
Debuttare in Nazionale Under 21, dove il fascino e il profumo della maglia Azzurra non sono da meno di quella dei “fratelli maggiori” campioni d’Europa, non ha prezzo. Figuriamoci poi se accade proprio nello stadio della città dove si è nati – il riferimento è a Vicenza -, dove da adolescente si coltivavano i primi sogni di diventare calciatore professionista. Da titolare. Fornendo una prestazione da lode. E, infine, vincendo un’importante partita del girone di qualificazione per la rassegna continentale giovanile.
L’altro ieri è stata festa grande al “Romeo Menti” tinto d’azzurro oltre che di biancorosso sì per la vittoria ma anche per la giornata indimenticabile vissuta da Memeh Caleb Okori, talento di 20 anni compiuti il 13 luglio in forza alla Cremonese in serie B e martedì perno centrale della difesa schierata da mister Paolo Nicolato contro il Montenegro: 1-0 (gol del milanista Colombo) e tre punti vitali in cassa. Altrettante “festa grande” anche nella vicina Dueville, e in particolare nella frazione di Povolaro, dove Caleb insieme ai fratelli David – anche lui calciatore professionista, gioca in serie D al Porto Tolle – e Gift è cresciuto ed ha frequentato le scuole dell’obbligo.
Nato a Vicenza nel 2001 da secondogenito, con mamma Tina e Paul a lasciare da giovani la Nigeria per stabilirsi in Veneto, Calbe ha acquisito la cittadinanza italiana alla maggiore età. Martedì al momento non si è trattata della prima divisa di nazionali giovanili vestita in assoluto, ma è stato comunque l’esordio in Under 21, sigillo ad una carriera in continua progressione che sta proiettando il giovane sempre più in alto. Forte della sua pasta e di un fisico statuario (è alto 187 centimetri), della sua determinazione che gli ha permesso di farsi notare già da bambino e di tanta gente intorno che lo ben consigliato e voluto bene.
Tra questi, oltre ai familiari, c’è anche chi agli albori del suo correre dietro un pallone ci ha creduto davvero. Il riferimento va per primo a Mauro Zanotto, allenatore e dirigente del Passo di Riva-Povolaro che lo ha accompagnato in tenerissima età tra campetto e palestra, e tutti i mister che lo hanno allenato nelle giovanili del Dueville Calcio dopo la fusione tra le due società sportive cittadine, dove è rimasto fino a 14 anni circa. Prima di approdare al Vicenza in biancorosso e poi ancora più in alto, all’Atalanta, che gli offrì il primo contratto da professionista divenendo pilastro prima della Primavera. Una rappresentanza di ragazzi, allenatori e dirigenti proprio del club neroverde (Dueville) erano presenti ieri sugli spalti del Menti e hanno dedicato al conterraneo uno striscione. “Si impegnava sempre al massimo e tra i bambini era uno dei pochi che non aveva paura mai a colpire la palla di testa” confida uno dei suoi ex allenatori. A 15 anni Caleb si era trasferito a Bergamo, mantenendo intatte le aspettative sul suo conto. Oggi è un calciatore “pro”, senza che nessuno gli abbia mai regalato nulla, se non tanta sana fiducia meritata e ripagata.
Da un anno ormai, dopo aver giocato con l’Atalanta la Coppa dei Campioni junior – la Youth League – Caleb Okori è diventato grande a tutti gli effetti, vestendo nella scorsa stagione la maglia della Spal trasferendosi a Ferrara. Un’esperienza difficile nei primi mesi ma poi una volta conquistato il posto in campo nel girone di ritorno non l’ha più ceduto (16 gettoni di presenza in B). Di recente è approdato ancora in prestito alla Cremonese, affiancando il compagno in azzurro Carnesecchi, portiere, entrambi di proprietà del club orobico. Guarda un po’, anche lui proveniente dal vivaio bergamasco, in assoluto più fecondo di talenti del calcio nell’ultima decade almeno. Lo “zero” sulla casella dei gol subiti contro il Montenegro passa proprio per piedi, mani e testa di questi due ragazzi di cui si parla un gran bene. Un dato “venale” per rendere l’idea? Il cartellino di Okori, oggi, viene stimato del valore di 1 milione di euro (fonte Transfermarkt), ma è destinato a salire anche grazie all’azzurro.