No vax, su Telegram si organizzavano azioni violente: perquisizioni in tutta Italia
Volevano condizionare la campagna vaccinale, si organizzavano per azioni violente con l’uso di armi e si facevano chiamare “I guerrieri”. Tramite il canale Telegram su cui si organizzavano, la polizia postale e la digos sono riuscite a risalire all’identità di frange estremiste che si stavano organizzando in tutta Italia per protestare contro il vaccino anti-Covid e il Green pass obbligatorio. A partire dall’alba di questa mattina sono scattate le perquisizioni in diverse città italiane, tra cui Roma, Milano, Bergamo, Venezia, Padova e Reggio Emilia.
Nelle case di alcuni soggetti appartenenti ai movimenti no vax sono state ritrovate armi come coltelli e bastoni. A confermarlo, le indagini della Digos, coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Piero Basilone. Almeno otto le persone indagate. Hanno tra i 33 e i 53 anni e si stavano muovendo per creare una rete a livello nazionale per azioni violente. Oltre alle case degli indagati, le perquisizioni hanno riguardato anche smartphone, cellulari, tablet e account social.
Gli aderenti al canale Telegram – circa 200 – stavano pianificando una riunione operativa e preparatoria per la manifestazione no Green pass di sabato a Roma. Le azioni del gruppo erano “tese a mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale”, scrivono il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il pm Piero Basilone nei decreti di perquisizione. Gli indagati portavano avanti “iniziative volte ad affermare le convinzioni dell’area cosiddetta no vax”.
Gli otto indagati sono stati perquisiti in varie regioni: due in provincia di Milano, due di Roma, una di Bergamo, una di Reggio Emilia, una di Venezia e una di Padova. Amministratori del canale Telegram erano, in particolare, i due di Milano e una donna di Roma. Una donna della provincia di Venezia in passato era stata vicina agli ambienti indipendentisti dei Serenissimi. A causa di problemi psichiatrici le era stato revocato il porto d’armi.
Oltre a coltelli e bastoni, sono state trovate anche armi da fuoco, regolarmente detenute, nella casa di un indagato bergamasco, un 53enne che aveva e a cui adesso “verrà revocato il permesso per uso sportivo”. “Quando andremo a Roma i primi da aggredire sono i giornalisti – è una delle tante frasi violente ritrovate sulla chat de “I guerrieri”. Poi l’invito a “usare le molotov per far saltare i furgoni delle tv”. Stando a quanto riportare in questura a Milano, “per la stampa, ritenuta asservita al regime, avevano un vero e proprio odio”.