Pericoli on line, un gruppo di volontari “stana” i pedofili sui social

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(Quella che segue è un’intervista redatta all’interno delle attività del laboratorio “Cittadini Giornalisti Digitali” del progetto AVATAR – Alto Vicentino, che punta allo sviluppo della cultura digitale e di nuovi servizi tecnologici per cittadini, imprese, enti e pubblica amministrazione nell’alto vicentino).


Per quante possano essere le volte in cui i pericoli sul web sono stati argomento di numerose e lunghe discussioni, allo stesso tempo c’è chi combatte tali pericoli. Questo è ciò che fanno i ragazzi di Shiva, un gruppo che lotta per eliminare da piattaforme come Telegram chi divulga materiali illegali quali pedopornografia, oltre ad una moltitudine di altri media. Oggi intervistiamo il fondatore di tale gruppo, che chiameremo per l’appunto Shiva, che ci deluciderà su come esso agisce per rendere internet un posto più sicuro per noi e per i nostri figli.

Parlaci di voi, chi siete?
“Chi siamo? È una bella domanda, alcuni ci definiscono hacker, altri giustizieri ma la verità è solo che siamo una organizzazione creata per combattere la pedopornografia online. Lavoriamo principalmente su Telegram, ma da poco abbiamo preso a cura anche altri social e siti”.

Quando è stato fondato il gruppo di cui fai parte?
“L’organizzazione è nata nel Febbraio del 2019, prima aveva un altro nome, Bhrama AntiCP. Il nome del gruppo cambiò in Shiva AntiCP dopo alcune vicende, nascendo definitivamente ad aprile del 2019”.

Ci spieghi il significato di AntiCP e dell’origine del vostro nome?
“AntiCP significa semplicemente Anti Child Pornography, mentre il nome Shiva deriva dalla divinità indiana della distruzione, ma non fine a se stessa. Essa precede la creazione, e fa parte di un processo di cambiamento, che è ciò che vogliamo portare sulle piattaforme su cui operiamo”.

Quale è stato il motivo scatenante? Perché vi impegnate in questa attività?
“Non esiste un motivo scatenante, ogni membro che opera all’interno dell’organizzazione ha un motivo diverso. Il motivo che ci accomuna tutti e semplicemente quello di voler rendere libera una piattaforma trascurata dalle autorità, a cui spetterebbe il compito di ripulire i social dalla pedopornografia”.

Cosa intendi dire con “trascurata dalle autorità”?
“Piattaforme come Telegram o Telegraph, essendo meno conosciute di applicazioni di messaggistica come WhatsApp o Messanger, ricevono meno controlli e la possibilità di poter rimanere nell’anonimato senza esporre il proprio numero o il proprio nome reale rende facile per i colpevoli nascondersi e sparire dai radar”.

Agite solamente dall’Italia o avete collaboratori esteri?
“All’inizio l’organizzazione lavorava solo in Italia, successivamente però abbiamo deciso di prendere in carico anche casi esteri”.

Quali collaboratori avete che vivono all’estero?
“Abbiamo creato un’unica grande alleanza chiamata AnticpEU (quindi a livello europeo) e grazie a questa “mega collaborazione” ci siamo ulteriormente evoluti”.

Quale è il vostro modus operandi? Come agite?
“Ahimè la modalità di segnalazione non ve la posso riportare nel dettaglio, per evitare che qualcuno possa intaccare il nostro lavoro, però agiamo con le autorità che monitorano Telegram, ovvero Abuse e Stop Ca, quindi le segnalazioni saranno sempre rivolte a loro”.

Parlateci del fenomeno. Quanto è esteso?
“Rispetto agli anni passati il fenomeno si è ampliato, perché come noi impariamo nuove tecniche di segnalazione loro imparano nuovi metodi di scambio e diffusione di contenuti illegali. Sembra di combattere un’idra, la quale faceva ricrescere due teste una volta che una veniva mozzata, ma visti i risultati positivi ottenuti fino ad ora siamo convinti di poterne ottenere altrettanti in futuro, per questo non ci fermiamo”.

Sapete dirci quanti gruppi che diffondevano contenuti pedopornografici avete fatto chiudere al momento?
“In quanto a Shiva, siamo riusciti a chiudere 6230 gruppi da aprile 2019 fino a luglio 2021, ma noi non pensiamo solo ai gruppi, ci occupiamo di bloccare gli utenti che diffondono questo tipo di materiale, di bloccarne i canali e direttamente i file che usano per scambiarsi questi contenuti”.

Illuna – CGD progetto Avatar