Sanità pubblica nell’Alto Vicentino: corteo il 16 ottobre per salvaguardarla
A due anni dalla manifestazione massiccia che portò in piazza migliaia di cittadini, il Comitato per la sanità pubblica nell’Alto Vicentino organizza un’altra chiamata in piazza per difendere la salute nel territorio.
L’appuntamento è per il 16 ottobre: oggi è stato diffuso l’appello a scendere in campo. Il percorso sarà lo stesso, sempre nel pomeriggio: dal PalaRomare di Schio al piazzale dell’ospedale Alto Vicentino a Santorso.
“Nonostante la lezione del Covid-19, che ha dimostrato la necessità di una sanità pubblica forte ed organizzata, non sono cambiate le strategie generali che vedono un insufficiente investimento sul personale e un sempre maggiore ricorso al privato“: questo il nocciolo dei motivi che hanno portato il Comitato a convocare una nuova manifestazione di cittadini. Le preoccupazioni riguardano il servizio pubblico sanitario locale e all’appello hanno già iniziato ad arrivare le prime adesioni.
Gli organizzatori sottolineano che si tratterà di una manifestazione senza bandiere di partito e nel rispetto delle norme anti-Covid, con la volontà di far capire all’amministrazione dell’Ulss 7 Pedemontana “quanto i cittadini non siano d’accordo con alcune scelte, e quanto i lavoratori del comparto siano stanchi e sfiduciati, sperando che davvero si cambi marcia e non si proceda con la politica degli annunci e delle promesse poi smentita dai fatti”.
Nell’appello si parla di “inadeguata programmazione e gestione” che “risente particolarmente della mancanza di personale in tutte le sue articolazioni professionali”. Fra i nodi critici evidenziati, ci sono: il calo di 26 medici in due anni nel totale della forza lavoro all’ospedale di Santorso, “mettendo a rischio il funzionamento di interi reparti, come pronto soccorso, cardiologia, oncologia, ortopedia e neurologia”; la problematica situazione dei Medici di Medicina Generale: “nel 2020 si contavano ben 48 medici dai 65 anni in su, destinati entro poco tempo al pensionamento, e nessuna idea su come rimpiazzarli”; ancora, le “notevoli difficoltà del servizio di Guardia Medica, dove mancano 14 medici sui 25 previsti”; infine, il problema della mancanza di professionisti che facciano fronte ai bisogni delle persone fragili, “come ad esempio neuropsichiatria infantile, i Centri di Salute Mentale e le strutture residenziali per anziani e disabili“.
In questo senso, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per il Comitato “potrà essere efficace solo se accompagnato da un progetto organico di valorizzazione dei servizi pubblici e delle risorse umane ad essi destinate”. Quello che serve, per gli organizzatori della manifestazione, è una sanità adeguata capace di prendersi carico della persona e dei suoi bisogni in modo coordinato e continuativo, che abbia “una Medicina territoriale moderna, con medici e infermieri che lavorano in gruppo assieme agli specialisti e assicurano assistenza ambulatoriale e domiciliare nelle 24 ore, anche attraverso
ospedali di comunità, Rsa, hospice e quanto serve a gestire la cronicità; un ospedale fornito di tutte le specialità essenziali, che dialoga con il territorio e con gli ospedali hub provinciali e le aziende ospedaliere; un Dipartimento di Prevenzione pronto a contrastare le diverse malattie che minacciano la salute pubblica, attrezzato stabilmente a gestire le pandemie; un’articolata rete di servizi per la famiglia, la prima infanzia, la disabilità, la salute mentale e l’età anziana, connessa con le agenzie e i servizi sociali del territorio”.