Valli 400 chiude i battenti e lascia in dote spunti, proposte e richieste. E sorrisi che prendono… quota
Valli 400 saluta, ringrazia, e lascia in dite un’eredità a chi verrà e organizzerà magari fra cent’anni l’edizione futura di Valli 500. Il che vale come un augurio, perché significherà essere riusciti nell’intento di arginare lo spopolamento della montagna e continuare a tenere vive le “tradizioni” montanare. Sei giorni di incontri, dibattiti e approfondimenti culminati con il week end di Mostra Mercato si sono conclusi domenica a Valli del Pasubio, eretto a centro aggregatore di storie, politiche e proposte con denominatori comuni la valorizzazione a 360° delle “terre alte”, della gente che le abita, e la salvaguardia della vita di montagna.
Unico neo di una settimana impegnativa quanto ricca di spunti qualche goccia di pioggia che ha guastato il “gran finale” nel secondo giorno di esposizione e vendita di prodotti locali (abbinati alla gastronomia tipica rurale), ma nel complesso per l’inedita iniziativa è stato un successo, riconosciuto al gruppo di lavoro che per quasi un anno di preparativi si è dato da fare: in tanti hanno partecipato al carnet di proposte offerte dalla porta d’ingresso alle Piccole Dolomiti, da volontari che hanno prestato il loro tempo e l’amore incondizionato per queste valli e contrade. Luoghi che necessitano di politiche sul territorio lungimiranti, risorse concrete (e non solo parole) da investire, ma anche di mantenere salda un’unità e un’identità dimostrata in questa settimana di inizio autunno vissuta a “mille all’ora”, incontrasto ideale con la quiete ancestrale dei monti e del verde intorno.
Necessità di leggi organiche e aggiornate sulla montagna, di misure di sostegno alla politica demografica, di supporto a chi vive nelle contrade e cerca di preservare il paesaggio e arginare l’avanzata del bosco, a scapito dei pascoli. “Abbiamo cercato di accendere un foro sui problemi da affrontare – così sindaco e vicesindaco nella sintesi conclusiva -, tra i temi principali lo spopolamento della montagna e le difficoltà di mantenere il livello dei servizi al cittadino. Insieme a questo anche di proporre soluzioni e una progettualità, non parole al vento. L’obiettivo è favorire nuove interazioni tra uomo e montagna, che non deve
rappresentare solo un dormitorio o una località da visitare, ma anche un luogo dove avviare attività produttive di pari passo con il ritorno a vivere in contrada”.
La rassegna si è inaugurata con un focus sulle misure di sostegno alla residenzialità attuate e quelle in previsione a Valli del Pasubio (credito agevolato, miglioramento dei servizi, sfruttamento dei fondi di confine, far pressione come comunità montana facendo leva sulle quasi 100 mila persone residenti ), e sulla necessità di considerare l’opzione di trasferirsi nelle terre di media montagna in rapporto al surriscaldamento del pianeta e ai mutamenti climatici che incombono sul futuro. Ospite della serata, in videoconferenza dalla Val di Susa il climatologo Luca Mercalli, pioniere della teoria del ritorno (obbligato secondo la sua visione) in quota nei prossimi decenni. La serata seguente è caratterizzata da un salto indietro nei secoli e uno letterario, grazie ai contributi di due docenti, lo storico prof. Andrea Savio e l’autore del romanzo breve “La valle dai sassi che ridono”, Andrea Tessaro. Ricostruire la Valli del ‘500 e ‘600 e immaginarla come cornice e sfondo della vicenda narrata nelle pagine dello scrittore valleogrino hanno regalato ai presenti (e a chi ha seguito gli incontri via Facebook) una riflessione in chiave storica, assai apprezzata. Giovedì sera dedicato all’ampio tema del Distretto dell’Acqua che quattro comuni della zona (Valli del Pasubio, Posina, Recoaro Terme e Torrebelvicino), stanno portando avanti, in quanto unici territori del Veneto in cui si imbottigliano acque minerali di sorgente. L’oro blu che la natura delle Piccole Dolomiti offre come uno dei volani dell’economia locale, una ricchezza in ottica produttiva ma anche turistica. Presenti l’assessore regionale Elena Donazzan e il presidente del gestore delle risorse idriche (Vi.Acqua), Giuseppe Castaman.
Di giorno in giorno nuovi aspetti salienti, con venerdì sera spazio ad un approfondimento mirato a comprendere le motivazioni intime di chi, in particolare nella fascia giovane dai 18 ai 35 anni, ha scelto Valli del Pasubio come “casa”, di chi intende rimanere e chi invece in passato ha lasciato la vita di contrada, per motivi di lavoro, sentimentali, di comodità o altri. Emigrazione ed emigrazione interna, vista “dal di dentro”. Interessanti i risultati del sondaggio effettuato nei mesi scorsi, fornendo strumenti utili per le politiche future allo scopo di arginare la moria demografica – causata soprattutto dal calo delle nascite e conseguente invecchiamento della popolazione media – e offrire opportunità abitative e produttive in loco. Presente il deputato vicentino Erik Pretto come ospite, e i professori universitari e sociologi Mauro Varotto e Andrea Membrelli (fondatore dell’associazione “Riabitare l’Italia”) a evidenziare aspetti e problematiche da estrapolare dai dati disponibili in ambito locale e nazionale.
Dopo quattro serate tutte d’un fiato, a cui aggiungere la mattinata di venerdì in cui è stato ospitato un seminario incentrato sull’abbandono e sul recupero del territorio, indetto dall’Ordine degli Agronomi Forestali, si è lasciato il palco (e la platea) del Teatro San Sebastiano per un evento in sala consiliare dedicato alle autorità politiche e amministrative. Il tutto mentre all’esterno iniziava la festa tra banchi di prodotti, profumi e musica, canti in coro, sfilate e rappresentazioni della storia contadina del passato. Ricostruendo l’atmosfera del mercato domenicale del passato. Ospite del momento di “restituzione” e relatrice la coordinatrice regionale per il Veneto di Slowfood, Letizia Bonamigo, momento importante in cui il sindaco Carlo Bettanin e il vicesindaco Federico Pozzer hanno esposto nel dettaglio gli esiti della rassegna in via di conclusione a sindaci “vicini di casa” e consiglieri regionali vicentini (Roberto Ciambetti, Giacomo Possamai e Cristina Guarda tra i presenti). Per tutti, poi, un “salto” in centro a visionare gli oltre 70 banchi degli espositori allestiti, e magari assaggiare qualche leccornia dal sapore tipico e “montanaro”.
Proprio degli usi e costumi, delle tradizioni, ma anche del particolarità ambientali insite nei paesaggi di montagna si è discusso – con il contributo di due soci di Agritour – nell’evento di sabato sera, di nuovo a teatro, intorno all’applaudita proiezione del docufilm “Ereditare la scelta. Evoluzione di una Civiltà Rurale” del regista vicentino Andrea Colbacchini. “Un film che fa un servizio incredibile alla nostra comunità”, come è stato definito dopo la proiezione, una raccolta per immagini di interviste a persone del posto, paesaggi e musiche senza tempo che è riuscita nell’intento di comprendere la realtà di Valli del Pasubio, raccontata da chi la abita, la vive e ne preserva ricordi, insegnamenti e perfino le proprie conflittualità. Vale a dire dai più genuini custodi della montagna.