Cgia Mestre: “Italiani spendono 19 mld l’anno in attività illegali”
Secondo quanto hanno stabilito i tecnici dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre sono almeno 19 i miliardi che gli italiani spendono in attività illegali. Nello specifico si possono identificare in tre settori fondamentali: l’uso di sostanze stupefacenti (14,3 miliardi), i servizi di prostituzione (4 miliardi) e il contrabbando di sigarette (600 milioni di euro).
Quella delle attività illegali è una economia parallela che non conosce crisi: l’ultimo dato disponibile (2015) era fermo a 17,1 miliardi di euro e dimostra che in in 4 anni l’aumento percentuale è stato di oltre 4 punti.
L’elevata dimensione economica generata dalle attività controllate dalle organizzazioni criminali trova una conferma indiretta anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia.
La CGIA segnala inoltre che una volta ricevuti questi “avvisi”, la Uif effettua degli approfondimenti sulle operazioni ritenute più a rischio e le trasmette, arricchite da una accurata analisi finanziaria, al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Solo nel caso le segnalazioni siano ritenute infondate, la Uif le archivia.
Tra il 2009 e il 2016 (ultimo dato annuale disponibile), le segnalazioni sono aumentate di quasi il 380%. Se nel 2009 erano poco più di 21mila, nel 2016 hanno raggiunto la quota record di 101.065.
La tipologia più segnalata è stata quella del riciclaggio di denaro che per l’anno 2016 ha inciso per il 78,5% del totale delle segnalazioni. Sempre secondo la Uif, nel 2016 la totalità delle operazioni sospette ammontava a 88 miliardi di euro, a fronte dei 97 miliardi di euro circa registrati nel 2015.
A livello regionale la Lombardia (253,5), la Liguria (185,3) e la Campania (167) sono le realtà che nel 2016 hanno fatto pervenire il più elevato numero di segnalazioni (ogni 100 mila abitanti).