Crisi migranti, arrestate 100 persone al confine tra Polonia e Bielorussia
La crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia continua. La polizia di Varsavia ha dato notizia dell’arresto di cento persone, colpevoli di aver cercato di attraversare il confine e di aver reagito allo stop delle Forze dell’Ordine con una sassaiola. Nei giorni, ad un episodio analogo la polizia polacca aveva risposto il lancio di lacrimogeni.
L’appello del G7 alla Bielorussia. I ministri degli esteri dei sette Paesi insieme a Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri, chiedono a Minsk l’immediata fine della crisi. In una nota si legge: “Le azioni del regime bielorusso sono un tentativo di distogliere l’attenzione dalla sua continua inosservanza per il diritto internazionale, le libertà fondamentali e i diritti umani, compresi quelli del suo stesso popolo”. Il G7 accusa Lukashenko di aver “orchestrato la migrazione irregolare attraverso i confini bielorussi, mettendo la vita delle persone”.
La presa di posizione dell’Unione Europea. Secondo Peter Stano, portavoce per gli Affari esteri della Commissione: “La Commissione concorda con il quadro allargato di sanzioni che include anche chi partecipa alla strumentalizzazione dei migranti. Sulla lista concreta dei soggetti per le nuove sanzioni c’è una discussione al Consiglio che rimane confidenziale”. Secondo Eric Mamer, portavoce della Commissione Europea, “La posizione dell’Unione rimane la stessa. Abbiamo detto ieri che non c’è modo di negoziare con il regime di Lukashenko, abbiamo avuto colloqui tecnici, con agenzie Onu, in particolare l’Unhcr e l’Oim, e con la controparte bielorussa per facilitare l’aiuto umanitario alle persone alla frontiera”.