Oggi l’addio a “Cappe”, il 21enne di Foza travolto da un tronco mentre era al lavoro
In una giornata di sole se ne è andato e in un’altra analoga giornata di sole verrà salutato. Facendo riferimento al messaggio sull’epigrafe affissa negli spazi dedicati sull’Altopiano di Asiago, il pomeriggio di martedì a Foza viene dedicato alla memoria di Andrea Cappellari, “Cappe” per gli amici. Oggi alle 15, infatti, in tanti si sono dati appuntamento nella chiesa locale per il funerale dello sfortunato boscaiolo di soli 21 anni, deceduto venerdì scorso in un appezzamento di terreno boschivo, investito dal peso di un tronco d’albero che lo ha schiacciato, uccidendolo sul colpo.
A salutarlo sono stati oggi famiglie intere di concittadini, amici con i quali era cresciuto, ex compagni di scuola dell’istituto agrario di Asiago e i parenti, stretti intorno agli affetti più cari di Andrea, alla nonna in particolare con cui abitava a due passi dal luogo della tragedia, oltre ai genitori e al fratello Nicola: tutti loro a distanza di quattro giorni dalla tragedia che ha scosso l’Altopiano di Asiago riceveranno tutto il conforto possibile da chi ne condividerà il lutto.
Andrea Cappellari, che nel tempo libero dal lavoro tra i boschi coltivava la passione per l’hockey in linea, militando in uno dei club di Asiago, sarebbe morto sul colpo venerdì nel pomeriggio. Era solo, in quel momento, su un terreno scosceso di proprietà di un parente, al lavoro per spostare dei grossi tronchi già tagliati e solo da trasportare a valle, utilizzando un macchinario a ruote apposito per il traino. Uno di questi, secondo l’ipotesi accreditata, si sarebbe improvvisamente mosso colpendolo in pieno al busto, senza lasciargli possibilità alcuna di chiedere aiuto. Il corpo ormai senza vita è stato ritrovato solo qualche ora dopo, intorno alle 18, quando ormai era accaduto l’irreparabile. Non ci sono testimoni e il terreno scosceso di proprietà è stato messo sotto sequestro.
Un incidente sul lavoro e insieme una tragica fatalità, nonostante l’esperienza maturata tra i boschi e la prudenza che Andrea aveva sempre dimostrato di mettere in campo, tanto da lasciare nell’incredulità oltre che nel dolore chi lo conosceva da vicino. Da ieri pomeriggio, intanto, la cittadina di Foza è stata meta di una processione di persone silenziose, dopo l’allestimento della camera ardente all’interno chiesa parrocchiale del piccolo comune della Reggenza.
Oltre agli innumerevoli messaggi addolorati apparsi sui social nei giorni successivi alla disgrazia, di condoglianze e dimostrazioni di affetto, anche il mondo dello sport gli ha reso omaggio con un minuto di raccoglimento nei prepartita dello scorso week end. I giocatori di hockey, tanti giovanissimi come “Cappe”, alzando le stecche al cielo con gli occhi lucidi, dopo aver perso “uno del giro”, uno di loro.