Covid, Fondazione Gimbe: casi in crescita da 5 settimane
La situazione sanitaria in Italia è in costante peggioramento e tra i motivi legati a questa nuova ondata di coronavirus, svetta il “netto ritardo nei richiami”, oltre a quelli sulle dosi booster. Lo certifica la Fondazione Gimbe nel suo ultimo rapporto settimanale secondo il quale “per la quinta settimana consecutiva aumentano a livello nazionale i nuovi casi settimanali”. I nuovi contagi relativi alla settimana che va dal 17 al 23 novembre “segnano un “+27%, con una media mobile a 7 giorni più che quadruplicata, da 2.456 il 15 ottobre a 9.866 il 23 novembre”, spiega il presidente Nino Cartabellotta. Sette giorni in cui i nuovi casi passano da 54.370 a 69.060. E crescono anche del 15,8% i ricoverati con sintomi, del 16,4% i pazienti in rianimazione e dell’8,7% i decessi. Sale anche il numero delle persone in isolamento domiciliare che fanno registrare un +25,6% e quello dei casi attualmente positivi (+25%).
Un aumento che interessa, a diversi livelli, tutte le regioni italiane tranne la Basilicata. A destare particolare preoccupazione anche i dati relativi a 18 province italiane nelle quali l’incidenza ha ormai superato i 150 casi ogni 100mila abitanti. Si tratta di Trieste, Bolzano, Gorizia, Padova, Treviso, Vicenza, Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena, Aosta, Pordenone, Udine, Ascoli Piceno, Fermo, Gorizia, Belluno, Imperia e La Spezia.
Per Cartabellotta l’unico modo di contenere la quarta ondata nel nostro Paese è raggiungere il maggior numero possibile di persone non ancora vaccinate (circa 7 milioni), sia accelerare con la somministrazione delle terze dosi, in specie nei fragili e negli over 60. Per il presidente della Fondazione Gimbe sarebbe “bene tenere a mente le lezioni imparate in 20 mesi di pandemia” e sarebbe “opportuno che le misure restrittive entrino in vigore in tutte le Regioni perché le soglie di occupazione in area medica e in terapia intensiva sono talmente elevate che rischiano di paralizzare l’assistenza ospedaliera”.