Affida il cane a un dog sitter e gli viene riconsegnato morto: partita la denuncia
Affida l’amato cane di razza beagle a chi dovrebbe, per professione, garantirne la custodia e la massima cura, e gli viene riconsegnato cadavere il giorno dopo. Le circostanze del decesso dell’animale da compagnia non hanno però convinto la proprietaria nè i carabinieri della stazione di Bassano del Grappa: denunciato così il “dog sitter” per presunti maltrattamenti. Ora un bassanese di 43 anni – B. S. le iniziali divulgate – dovrà rispondere dell’ipotesi di reato contestata e chiarire le dinamiche della morte del povero beagle, di nome Lino, cucciolo di taglia media.
Di ieri la notifica dell’informazione di garanzia al dog sitter, formalmente indagato per i fatti avvenuti nello scorso autunno, tra il 17 e 18 novembre 2017. Una signora della zona, proprietaria del suo fido animale, si recò presso gli uffici dell’Arma visto che la dinamica riferita non l’aveva convinta: una rovinosa caduta dalle scale, secondo l’uomo, avrebbe causato la morte improvvisa e incidentale dell’animale. Un primo controllo presso un veterinario di fiducia e uno succesivo nei laboratori dell’istituto zooprofilattico di Vicenza, dove è stato effettuato l’esame autoptico, avevano poi messo in luce la frattura di due vertebre spinali con lesione conseguente del midollo osseo. Un esito incompatibile con una caduta dalle scale, secondo i medici ascoltati dalle forze dell’ordine. Più probabile un volo da altezze più elevate o una forte pressione esercitata alla base del collo del cane.
Indagini avviate, quindi, con tanto di perquisizione domiciliare messa in atto su mandato della Procura presso la sede dell’attività di custodia degli animali, risultata ambiente non conforme ai regolamenti sanitari veterinari e comunali. Evidenziate inoltre anche pratiche scorrette in ambito fiscale, segnalate ai militari della Guardia di Finanza.
Con questi elementi acquisiti ed altri in corso d’indagine si profila una lunga controversia giudiziaria, con l’accusa di maltrattamenti che si configura come reato penale per cui il codice prevede una pena da 3 a 18 mesi di reclusione (oltre ad una sanzione fino a 30 mila euro), con l’aggiunta dell’aggravante della morte dell’animale.