Albero di Natale: vero o di plastica? I consigli degli esperti forestali e Coldiretti
Tempo di Alberi di Natale: è più ecologico quello di plastica, che si riutilizza, o quello vero? L’albero vero, spiegano gli esperti di foreste sentiti da Fondazione Re Soil Foundation,è migliore, soprattutto se proveniente da realtà che garantiscono la gestione forestale sostenibile, che dia adeguate garanzie sulle origini della pianta e sul metodo di produzione. La soluzione ottimale quindi è scegliere alberi coltivati o i cosiddetti “cimali”, ovvero le cime di alberi tagliati in bosco per alimentare l’industria del legno.
Nel primo caso, gli alberi non vengono dai boschi ma da piantagioni apposite (il 90% degli abeti natalizi in commercio). “Quando state per comprarli, assicuratevi che abbiamo un cartellino che ne certifichi la provenienza, privilegiando specie autoctone come Abete rosso o Abete bianco, da coltivazioni locali”: il suggerimento arriva dagli esperti del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’università di Firenze. Se si accorcia la filiera, si limita infatti l’inquinamento dovuto al trasporto e si aiuta il settore florivivaistico locale.
Se si opta invece per i cimali, si acquista una punta di un abete tagliato durante operazioni di diradamento in bosco, nel rispetto di norme su cui vigilano i carabinieri forestali. Il cimale ha scarso valore di mercato e sarebbe stato lasciato a terra nel bosco o triturato per produrre pellet. Usarlo per le feste è un ottimo esempio di riuso sostenibile. “Anche in questo caso – precisano dall’Università di Firenze – comprarlo aiuta le foreste perché contribuisce ad aumentare il reddito degli operatori di un settore che in Italia ha costi alti e bassi redditi. E fornire introiti aggiuntivi a chi vive con i prodotti dei boschi permette di stimolare una gestione più sostenibile di questa fondamentale risorsa.
In ogni caso, per essere sicuri della provenienza, una grande mano la danno le certificazioni forestali, come FSC. Meglio comunque non impiantare l’albero in bosco dopo le Feste, perché si corre il rischio di alterare delicati equilibri ecologici che regolano le nostre foreste. Se invece l’albero di Natale non è in condizioni di sopravvivere, va smaltito tra i rifiuti organici. In questo modo diventerà compost e fertilizzerà i terreni che serviranno alle colture dell’anno successivo.
Per quel che riguarda gli alberi sintetici, scelti dal 55% degli italiani secondo un’indagine Coldiretti, il problema sono le emissioni di anidride carbonica: una tesi di laurea presentata all’Università di Firenze ha comparato le emissioni di un abete prodotto ad Arezzo e di due alberi in plastica di pari misura provenienti dalla Cina. Risultato: anche escludendo le emissioni generate dallo smaltimento delle due tipologie di albero, quello coltivato nelle aziende agricole del territorio ha un impatto sul riscaldamento globale molto ridotto rispetto a quello artificiale. I conti infatti mostrano che, pur ipotizzando di sostituire l’albero naturale ogni anno, per poter pareggiare le emissioni sono necessari minimo 15 anni di riutilizzo, ma se si tratta di un albero di qualità superiore, anche 38.
Il vademecum dei tutor del Verde di Coldiretti per l’acquisto dell’albero naturale
Prima di comprare l’albero
1. Meglio preventivare l’acquisto con qualche giorno di anticipo per dare modo all’albero di adattarsi al nuovo ambiente e distendere bene i rami, imprigionati dalla rete per il trasporto.
2.Misurare accuratamente l’altezza del soffitto di casa, per non trovarsi con un albero troppo alto perché all’aperto gli alberi sembrano molto più piccoli che all’interno.
Al vivaio o nei mercati di Campagna Amica
3. Non andare alla ricerca di un albero perfetto perché ogni esemplare tende ad avere un lato meno ricco di rami nella parte cresciuta verso nord e poi ricordarsi che si tratta di un albero vivo la cui naturale asimmetria è sicuramente compensata dall’autenticità dello stesso.
4. Tutte le conifere tendono a perdere gli aghi nella parte interna dei rami ma ciò non significa che l’albero sia vecchio e in ogni caso, per evitare di sporcare macchine e case, chiedere al vivaista di scuotere l’albero per far cadere gli aghi secchi.
Una volta a casa
5. Sistemare l’albero in un luogo luminoso, fresco, lontano da fonti di calore, come I termosifoni e al riparo da correnti d’aria, come porte e finestre al riparo da eventuali forti folate di vento.Evitare addobbi pesanti per non spezzare i rami.
6. Non spruzzare neve sintetica e spray colorati perché l’albero e vivo e respira.
7. Mantenere la terra umida ma – consiglia la Coldiretti – non eccessivamente bagnata, anche con l’utilizzo di un nebulizzatore, che potrebbe essere utilizzato anche sui rami in assenza di fili elettrici.
Terminato il periodo natalizio
7. Se l’albero acquistato ha le radici può essere posizionato all’esterno sul balcone o piantato in giardino, ricordando che è una pianta che può crescere anche fino a 15- 20 metri.
8. Donarlo ai centri di raccolta indicati dai vivaisti, dai Comuni, dal Corpo forestale dello Stato o in alcuni mercati di Campagna Amica.