A caccia tra le abitazioni, spara e uccide fagiano. Venticinquenne denunciato
Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Si potrebbe definire una scena da film. Un giovane con in mano un fucile che si aggira per una strada provinciale per rincorrere un fagiano. Attorno le abitazioni, che sarebbero potute diventare la scena di una triste tragedia, evitata solo per la sorte, in quel momento, vicina. L’episodio avvenuto qualche settimana fa ma emerso solo ora ha dell’incredibile.
Lo sparo udito da qualche residente della zona ha avviato immediatamente la segnalazione al Nucleo Guardie E.N.P.A. di Vicenza che si è recato immediatamente nel luogo, giungendo però quando i fatti erano oramai conclusi. Da qui è partita una vera e propria operazione investigativa per rintracciare il colpevole. Siamo a Novale di Valdagno e le tre Guardie Zoofile sono riuscite a far luce sull’accaduto.
Il giovane venticinquenne, ha tentato inizialmente di negare i fatti, salvo poi tornare sui propri passi per evitare sanzioni pesanti. Collaborando con le guardie ha raccontato lui stesso cosa è accaduto quella sera. Il fiagiano si trovava a qualche metro dalla strada provinciale e ad una decina di metri dalle case. Il giovane cacciatore avrebbe sparato utilizzando una carabina ad aria compressa molto potente, oltre 27 joule, secondo quanto ha dichiarato l’avrebbe fatto per abbattere l’animale che gli sembravo ferito.
L’uccisione dell’animale, seppur con confessione, gli è costata la denuncia depositata nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica di Vicenza con due imputazioni, “uccisione di animale” art. 544bis del codice penale e “getto pericoloso di cose” art. 674 del codice Penale. Ora per il giovanotto che è risultato anche essere cacciatore e quindi autorizzato ad usare le armi da fuoco, la situazione si fa complicata, si aggiungono i reati previsti in questi casi dalla legge 157/92 legge che tutela la fauna selvatica in quanto patrimonio indisponibile dello Stato, di fatto il soggetto ha usato un’arma non prevista dalla legge citata e abbattuto un animale in zona di divieto di caccia.
Oltre a questo, la Questura potrà valutare se il suo comportamento nello specifico caso sia stato idoneo a mantenere la concessione che gli viene rilasciata per andare a caccia.
“Quella delle carabine utilizzate per sparare agli animali è diventata una autentica piaga,” ha sottolineato Renzo Rizzi Ispettore dell’E.N.P.A, “decine di animali d’affezione gatti in particolare sono stati colpiti da queste armi nel Vicentino nell’anno che si sta per chiudere, alcuni di loro sono rimasti paralizzati, altri hanno perso la vista, ma la maggior parte sono rimasti per mesi sotto cure intensive per poi morire subendo sofferenze continue con ingenti spese da parte dei proprietari.
Oltre a questo, come dimostra il nostro lavoro, queste armi vengono usate sugli animali selvatici in modo esponenziale, sparano intorno alle abitazioni, dalle finestre di casa, dalle
rimesse, forti del fatto che il rumore del colpo sparato è quasi impercettibile. C’è la necessità di rivedere e regolamentare la detenzione di queste armi quanto prima ovvero anche inasprendo pesantemente le pene per chi le modifica per renderle più offensive, oltre a togliere la possibilità di detenzione di qualsiasi arma a chi si è macchiato di questi reati.”