La terza dose blocca Omicron: la protezione passa dal 5 al 75%. La ricerca dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie
La terza dose è in grado di fermare anche la variante Omicron, che attualmente in Veneto si attesta al 8,2% dei contagi da Covid ma che fra qualche settimana diventerà predominante. Questa la sintesi dei dati diffusi ieri nel corso della conferenza stampa del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, alla presenza anche della direttrice generale dell’Izsve Istituto zooprofilattico superiore della Venezie Antonia Ricci.
Nel corso dell’appuntamento con i giornalisti è stato presentato infatti uno studio che ha coinvolto tutte le microbiologie delle aziende sanitarie venete, coordinato dal responsabile del dipartimento di Scienze biomediche dell’Izsve Francesco Bonfante. Si tratta di un’indagine – basata su un campione di operatori sanitari dell’Ulss di Padova e di quella di Verona, dipendenti dell’Università patavina e bambini negativizzati al covid – volta a trovare degli anticorpi in grado di arrestare il virus o di affrettare la guarigione attraverso il contatto tra il siero di questi campioni e la variante Omicron.
PROTEZIONE DALL’INFEZIONE. Ciò che è emerso è che una persona con due dosi di vaccino dopo sei mesi ha una protezione dalla variante Omicron pari al 5% mentre con tre dosi la percentuale sale al 75%. Per quanto riguarda la Delta, invece, dopo sei mesi due dosi proteggono al 67% mentre con la terza dose si arriva fino al 94%. Secondo lo studio dell’Izsve, inoltre, il booster porta a una protezione al 93% rispetto alla possibilità di sviluppare sintomi gravi (come si vede dalle tabelle sottostanti).
BAMBINI. Lo studio, inoltre, ha rivelato anche che per i pazienti più piccoli che hanno riscontrato il virus e che in seguito si sono negativizzati gli anticorpi neutralizzanti proteggono solo al 10% per la variante Delta e addirittura allo 0% dalla variante Omicron.