Caos in Kazakhstan, la polizia spara sui manifestanti. Mosca invia le truppe
Si fa sempre più drammatico il bilancio della violenta rivolta popolare esplosa tre giorni fa in Kazakistan, dopo il raddoppio dei prezzi del gas. I palazzi del potere sono stati presi d’assalto dai manifestanti scatenando la repressione del governo, ora aiutato anche dalle truppe di Mosca chiamate direttamente dal presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev.
Nella tarda serata di ieri l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettivo (Csto), che raggruppa la Russia e altre cinque repubbliche ex sovietiche, ha infatti annunciato l’invio di una “forza di pace” per “stabilizzare il Paese” perturbato da “interferenze esterne”. La Csto riferisce che il suo compito principale sarà la protezione degli edifici governativi. Una missione che potrebbe “richiedere circa un mese”.
Le autorità del Kazakistan hanno annunciato l’avvio di una “operazione antiterrorismo contro i saccheggiatori e i rivoltosi condotta in modo congiunto da forze di sicurezza ed esercito”. E parlano di “decine di rivoltosi eliminati”. Diversi blindati e decine di truppe a piedi russe hanno fatto il loro ingresso nella piazza principale di Almaty, la più grande città del Kazakistan, sparando – secondo alcuni testimoni – sulla folla. Si parla di diverse vittime, possibili a decine. Mentre secondo la tv pubblica kazaka sono dodici i poliziotti uccisi e 353 i feriti. Uno sarebbe stato decapitato. Il ministero dell’Interno riferisce di oltre mille persone rimaste ferite in due giorni di violenti scontri: circa 400 sono state ospedalizzate e 62 si trovano in terapia intensiva.
Sospesi diversi voli. La Lufthansa ha cancellato “fino a nuovo avviso” i collegamenti tra la Germania e il Kazakistan. Alcune compagnie aeree degli Emirati Arabi, come Air Arabia e Flydubai, hanno preso la stessa decisione e hanno cancellato i voli per Almaty.