Covid, il monitoraggio Iss: aumenta l’Rt e raddoppia l’incidenza. Molti ospedali oltre la soglia critica
Peggiora il quadro relativo all’andamento della pandemia da Coronavirus in Italia. La quarta ondata non ha ancora raggiunto il plateau e i valori dei parametri sono molto preoccupanti, spinti verso l’alto dal dilagare della variante Omicron, mutazione altamente trasmissibile. Questa settimana aumenta ancora l’indice di trasmissibilità Rt. Nell’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute segna un valore di 1,43 (rispetto all’1,18 della settimana precedente).
L’incidenza riferita a ieri, 6 gennaio, è invece pari a 1669 casi su 100mila abitanti e raddoppia rispetto al valore di 783 della scorsa settimana. Nell’ultima rilevazione, i valori più alti dell’incidenza di casi Covid-19 sono stati registrati in Toscana, con 2.680 casi per 100mila abitanti. Seguono la Lombardia (con 2578,1 casi) e la Valle d’Aosta (con 2255,9).
La conseguenza di questi dati è che gli ospedali italiani tornano a essere in grande sofferenza. Sale il tasso di occupazione in terapia intensiva: questa si settimana si attesta al 15,4% a livello nazionale (contro il 12,9% della precedente rilevazione). Mentre il tasso dei posti letto occupati in aree mediche a livello nazionale sale al 21,6%, rispetto al 17,1% della settimana prima. Molte regioni cominciano a essere a rischio alto.
La Provincia autonoma di Trento, seguita dalle Marche e dal Piemonte registrano questa settimana i valori più alti rispetto all’occupazione di posti letto per malati Covid nelle terapie intensive. Trento è al 27,8% (rispetto alla soglia del 10%), le Marche sono al 23,9% e il Piemonte al 21,7%. Nei reparti Covid ordinari, invece, l’occupazione più alta di posti letto si registra in Val d’Aosta (al 42,4% rispetto alla soglia 15%), in Liguria (34,2%) e in Calabria (33,7%).
Da segnalare inoltre che è in forte aumento il numero di nuovi contagi non associati a catene di trasmissione (309.903 contro i 124.707 della settimana scorsa). Cresce anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (50% contro 48% della precedente rilevazione) e infine aumenta la percentuale di casi diagnosticati mediante attività di screening (34% contro 31%).