Animali domestici, il 90 per cento dei vicentini ha applicato il microchip
Nelle case dei vicentini sono sempre più presenti animali da compagnia e nei loro confronti aumenta il rispetto e la cura per quelli che sono considerati a tutti gli effetti membri della famiglia. Sono in aumento le vendite dei prodotti alimentari, come rivela una ricerca diffusa da IRI Information Resource per un mercato che in Italia vale 2,4 miliardi di euro. Il fatturato nel 2021 è cresciuto del 6,4 per cento rispetto all’anno precedente e questo fa ben sperare anche per l’anno in corso.
Il dato però che ci riguarda più da vicino è l’applicazione del microchip, il 90% degli animali della nostra provincia è in possesso di un codice identificativo all’anagrafe canina. Una prassi importante per ufficializzare l’esistenza del proprio amico a quattro zampe. Il dispositivo rimane uno uno dei metodi più sicuri per aiutarlo a tornare a casa in caso di smarrimento. Il cane rimane il primo pet presente nelle case dei vicentini (64,74%) e chi possiede anche un gatto, il 27,27% ha microchippato entrambi e l’80% porta in detrazione fiscale le spese. La motivazione principale è la convinzione che il proprio animale faccia parte appieno della famiglia, quindi deve essere riconosciuto legalmente come tale e soprattutto perché il microchip è un vero e proprio gesto d’amore e di rispetto nei confronti del proprio cane e gatto.
Questo è il dato emerso dall’Osservatorio Quattrozampeinfiera 2022, la rassegna pet friendly più famosa d’Italia che da anni effettua indagini volte a comprendere le abitudini dei proprietari verso i loro animali. La ricerca è stata svolta a Milano, Bologna, Vicenza (18.500 intervistati), Roma e Napoli: tappe in cui è stata presentata la manifestazione. Circa il 70% degli intervistati vicentini ha stipulato un’assicurazione e oltre il 90% non ha fatto la richiesta del Bonus Manovra di Bilancio 2021 che prevede fino a 80 euro di rimborso per le spese veterinarie.
Il microchip è un dispositivo elettronico racchiuso in una capsula di vetro compatibile con l’organismo dell’animale, di dimensioni ridotte, che viene impiantato sottopelle e può essere letto da un apposito apparecchio che rileva le 15 cifre al suo interno. Questo codice identificativo servirà poi per risalire a tutte le informazioni essenziali relative al nostro animaletto peloso. Se lo si ritenesse opportuno, si potrebbe pensare di dotare l’animale anche di un altro microchip con GPS in grado di localizzare il nostro pet ma questo non è obbligatorio e rimane a noi la scelta se impiantarlo o meno. Un’alternativa al microchip è il tatuaggio, che tuttavia per l’animale può risultare più doloroso e quindi sconsigliato per gli esemplari più anziani; oltre al fatto che col tempo il tatuaggio può scolorire risultando quindi illeggibile.
“L’osservatorio Quattrozampeinfiera analizza le abitudini degli italiani nei confronti dei loropet per meglio comprendere come cambino gli atteggiamenti nel tempo – afferma Alessandra Aspesi, Responsabile comunicazione e marketing – Siamo contenti che la maggior parte degli italiani utilizzi il microchip, valido strumento contro l’abbandono. Quattrozampeinfiera è la più importante manifestazione pet d’Italia e ci siamo accorti, durante le nostre tappe, che gli italiani hanno il desiderio di acquisire maggiore autonomia nella gestione dei pacchetti assicurativi. Abbiamo constatato una certa diffidenza ma anche curiosità e una certa distanza dovuta a un linguaggio ancora molto tecnico che alimenta un desiderio di maggior comprensione e autonomia nella gestione dei pacchetti assicurativi. Nei nostri appuntamenti in giro per l’Italia offriamo informazioni utili per approfondire i temi di conoscenza, educazione in ambito assicurativo”.