Calcio, Supercoppa: l’Inter beffa la Juve con un guizzo di Sanchez all’ultimo respiro
Il primo trofeo italiano della stagione va all’Inter campione d’Italia in carica. Allo stadio Meazza di Milano, i nerazzurri si prendono la Supercoppa battendo la Juventus all’ultimo secondo dei tempi supplementari, quando ormai si profilavano i calci di rigore. Decide un acuto di Alexis Sanchez dopo che i tempi regolamentari erano terminati 1-1 con due reti arrivate entrambe nel primo tempo. Vantaggio juventino con McKennie che di testa beffa i difensori centrali interisti su cross di Morata; pareggio di Lautaro su calcio di rigore. Un penalty concesso dall’arbitro Doveri per un presunto fallo di De Sciglio su Dzeko; in realtà, era molto più rigore quello negato in apertura di gara a Barella travolto da Chiellini. In entrambi i casi, nessun intervento del Var.
La “Pazza Inter” trionfa dunque in modo pazzesco nella 34° edizione della Supercoppa italiana. E’ la 6° volta che ci riesce nella sua storia (ma non vinceva la Supercoppa dal 2010). Una vittoria meritata quella dei nerazzurri. Nerazzurri che hanno dominato per lunghi tratti il match contro una Vecchia Signora rimaneggiata dalle tante assenze. Sostanzialmente, la Juve ha pensato soltanto a difendersi per provare a ripartire in contropiede. Insomma, la solita Juventus di Allegri vista da inizio stagione a oggi. Una compagine senza centrocampo, senza attacco, senza idee e senza gioco. Al contrario, questa Inter non solo vince ma gioca anche bene. Merito del suo allenatore Simone Inzaghi, un tecnico bravo da quando guidava la Lazio; ora si sta consacrando ad alti livelli.
La mossa vincente di “Inzaghino”. Come in una mano di poker, l’allenatore nerazzurro si è giocato la sua carta “doppia” a sorpresa, modificando interamente la fisionomia dell’attacco al 75′: fuori Lautaro e Dzeko, dentro Sanchez e Correa. Una mossa vincente per la zampata finale dell’attaccante cileno favorito da una follia difensiva di Alex Sandro. Nei due over time le squadre sono stanche e inevitabilmente i ritmi si abbassano. Nonostante le reiterate strigliate di Massimiliano Allegri che punta su orgoglio e senso di appartenenza, la Juve crolla sul più bello e l’amarezza in casa bianconera è tanta; soprattutto perché la sconfitta arriva nel sentitissimo “Derby d’Italia” contro la rivale più odiata dal popolo juventino.