Covid, Zaia: “Restiamo in zona gialla”. Gruppo PD Veneto: “I numeri sono da zona arancione”
Sono preoccupanti i numeri attuali relativi ai contagi Covid però, allo stesso tempo, la situazione pur essendo peggiorata negli ultimi giorni regge l’urto e mantiene il Veneto in zona gialla. Ma c’è chi la pensa diversamente tanto da chiedere spiegazioni al Presidente della regione Veneto Luca Zaia, in base al report stilato da Gimbe sui vari parametri introdotti dal Governo per il cambiamento del colore.
I positivi nelle ultime 24 ore sono 17.956, intercettati grazie a 153.357 tamponi. Questo dato è significativo perché indica un sensibile calo di incidenza tra chi ha fatto il test e chi ha scoperto di aver contratto il virus, scesa all’11,71%. Questa percentuale, che oggi è al di sotto della media nazionale, è una chiara fotografia del fatto che a fronte di un numero elevato di contagi corrisponda una grandissima quantità di tamponi. I ricoverati negli ospedali per Covid sono 1808, 32 persone in più rispetto alla giornata di ieri. In area non critica sono ricoverate 1602 persone con un aumento di 36 unità rispetto al giorno prima. Le terapie intensive, vero cruccio in questo momento, registrano 4 persone in meno con 206 posti letto occupati, a questi vanno aggiunti altri 273 posti occupati da pazienti no Covid. I decessi registrati nelle ultime 24 ore sono 38.
Secondo il Governatore Luca Zaia, il Veneto oggi non rischia ancora la zona arancione anche se i parametri sono molto vicini al limite. Il dato RconT si attesta a 1,34 mentre la terapia intensiva è al 20% il massimo consentito, l’area medica è al 25% rispetto al 30 normato dal Governo per il cambiamento di colore. L’incidenza è a 2238 su 100 mila abitanti, abbondantemente oltre la soglia stabilita.
“Il Veneto ha già numeri da zona arancione non solo per l’incidenza di contagiati ogni 100mila abitanti, ma anche e soprattutto per l’occupazione delle terapie intensive. Non basta auspicare una revisione delle regole così da non cambiare colore per risolvere i problemi”. È quanto affermano in una nota i consiglieri del Partito Democratico Veneto a proposito del report Gimbe che certifica come sia già stato raggiunto il parametro di riempimento delle terapie intensive (20%); mentre l’unico dato da giallo è quello dei letti in area non critica (25%).
“Modificare la definizione di positivo, escludendo i pazienti senza sintomi, come auspicato da Zaia, serve ad abbassare i numeri ma non è certo risolutivo perché rischiamo di lasciare ‘liberi’ tanti asintomatici consentendo al virus, grazie alle minori restrizioni, di continuare a correre. Il vero tema rimane quello dei posti letto e delle difficoltà della sanità pubblica. La priorità è potenziare la medicina generale anziché farla esplodere, i ringraziamenti ai medici del presidente Zaia per quanto doverosi lasciano il tempo che trovano. La Regione deve lavorare affinché in tutto il Veneto si avvii un’interazione tra pubblico e privato convenzionato, anziché una divisione di servizi che costano al pubblico e rendono al privato. Dopo due anni – concludono i consiglieri Pd – avrebbe dovuto essere evidente la necessità di un tavolo serio con la medicina generale e le diverse professionalità per cambiare strategia formativa ed organizzativa”.