Covid, il Governo apre alle richieste delle Regioni. Costa: “Basta tamponi agli asintomatici. Nuove regole per i vaccinati”
In attesa di indagini e osservazioni si apre uno spiraglio per la “riconsiderazione” del sistema dei colori per le Regioni e non solo. Alcuni presidenti di Regione ritengono che certe regole non siano più valide a fronte dell’attuale situazione epidemiologica e della percentuale di popolazione vaccinata. Tra i temi in discussione, il superamento appunto delle fasce di colori e l’eliminazione della quarantena per chi ha ricevuto anche il booster. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che nelle prossime ore il governo aprirà un tavolo tecnico con le Regioni per affrontare le questioni che hanno proposto”. In Emilia-Romagna, intanto, per ridurre la circolazione del virus, dal 19 gennaio sarà attiva la piattaforma per l’autotesting. Le persone non vaccinate non potranno beneficiare dell’iniziativa.
E intanto l’epidemia di Covid-19 segue andamenti diversi nelle 107 province italiane, 7 delle quali sono al picco e 28 lo hanno già raggiunto, mentre in 40 si registra una crescita frenata; in altre 13 province si rileva ancora una crescita di tipo lineare e in 19 l’incidenza è rapidamente aumentata: è quanto indicano le analisi del Cnr, basate sulle differenze settimanali della curva dell’incidenza dei positivi totali. Le province che hanno raggiunto il picco si trovano soprattutto in Toscana, Umbria, Lombardia e Abruzzo.
Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, in una intervista al Giornale dichiara: “Basta tamponi agli asintomatici, basta scuole chiuse anche nei comuni in zona rossa, basta bollettini con l’elenco generico dei contagiati. I cittadini sono stanchi e stremati, ora è tempo di dare prospettive positive per chi ha fatto il proprio dovere da due anni. L’obiettivo è quello di convivere con il virus. Dunque, per prima cosa, smettiamola di fare i tamponi agli asintomatici. Non è che tutti i giorni bisogna misurarsi la febbre per capire se si ha l’influenza. Il termometro si usa solo se non ci si sente bene”, sottolinea Costa aggiungendo – se vogliamo la convivenza con il virus dobbiamo poter circolare liberamente, con le dovute cautele, ovviamente, cioè l’uso delle mascherine che ormai non fanno più paura a nessuno mentre sono molto importanti per impedire la trasmissione del virus”.
Dello stesso parere è anche Francesco Vaia, direttore dell’Istituto per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma: ”Lo scenario è mutato, il mondo del lavoro e dei servizi è troppo sotto pressione a causa di regole su quarantena e isolamento non più giustificate dalla gravità del virus”, spiega Vaia in un’intervista a ‘Libero’. ”Abbiamo tanto sponsorizzato i vaccini, valorizziamoli. Pertanto, per quanto riguarda l’isolamento dei contagiati, bisogna consentire ai vaccinati con terza dose o con seconda da meno di quattro mesi di uscire di casa dopo cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, se stanno bene, e senza necessità di negativizzarsi con un tampone. Per quanto riguarda i non vaccinati o i vaccinati da oltre 120 giorni, l’isolamento andrebbe ridotto dagli attuali dieci a cinque giorni”.