L’azienda si fonde con una società in Usa e “dimentica” di versare 940 mila euro al fisco
Un’azienda vicentina ora estinta per incorporazione in una società nel Delaware (Usa) è stata individuata dalla Guardia di Finanza provinciale come evasore di imposte, per non aver a suo tempo versato un corrispettivo di poco meno di un milione di euro all’erario italiano, prima di fare il via alla “fusione” oltreoceano.
A finire sotto indagini da qualche mese è una nota attività con sede a Montebello Vicentino, operante nel settore della progettazione e della costruzione di macchine utensili automatiche. Sul piano delle persone fisiche nel registro appare anche il nome del legale rappresentate pro-tempore della stessa, un 62enne vicentino. In questi casi, alla luce delle recenti disposizioni sulle comunicazioni alla stampa, le generalità non vengono rese note fino al termine del procedimento.
Dopo aver analizzato il fascicolo composto dalle Fiamme Gialle territoriali, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza ha autorizzato il sequestro preventivo di beni riconducibili all’azienda “in fallo” per circa 940 mila euro. Pertanto sono stati “congelati” 12 rapporti finanziari in conto e una quota di un fabbricato ancora nella disponibilità della società vicentina ora estinta solo in termini formali. A dare il via all’investigazione portata a termine con successo era stata una segnalazione proveniente dall’Agenzia delle Entrate, che ha approfondito la posizione fiscale della ditta dopo la cancellazione dal registro delle imprese della Camera di Commercio.
L’accusa che sarà formalizzata in sede di giudizio si configura in omissione nel versamento di ritenute dovute nei confronti dello Stato, che rientra nell’alveo dell’evasione fiscale. Sotto la lente d’ingrandimento degli ispettori della GdF sono finite le ritenute degli stipendi mensili erogati a dipendenti, e di compensi a consulenti autonomi, mai confluite nelle casse pubbliche come invece prevedono le normative fiscali.