Va al bar con il greenpass del fratello. Di fronte alla Gdf prima nega, poi lo ammette
Era entrato al bar, sedendosi normalmente a un tavolo e ordinando un aperitivo, dopo aver mostrato il greenpass all’ingresso come richiesto dal gestore del locale pubblico. Proprio in quei minuti in zona Sant’Agostino a Vicenza, male per lui, erano in corso dei controlli da parte della Guardia di finanza, e l’avventore – un 57enne residente città che si è dichiarato contrario al vaccino antiCovid – si è rivelato non in regola con la certificazione sanitaria. In altre parole, non poteva consumare al chiuso.
In un primo momento di fronte ai militari del nucleo berico l’uomo ha tentato l’arrampicata sugli specchi, dicendo di aver scordato il greenpass ma venendo smentito dal titolare del bar che poco prima gli aveva concesso l’entrata nel locale dopo aver convalidato il codice di avvenuta vaccinazione attraverso il lettore dello smartphone. A questo punto, il 57enne avrebbe ammesso l’imbroglio: aveva utilizzato infatti il Qr code del fratello, di 51 anni, per aggirare il controllo.
L’episodio risale ai giorni scorsi, ed è stato reso noto stamattina dopo aver passato il vaglio della Procura berica. Oltre alla sanzione amministrativa prevista, che varia da un minimo di 400 a un massimo di 1.000 euro, già comminata, il cliente finito nella rete dei controlli dovrà affrontare anche un’accusa di rilievo penale in Tribunale, vale a dire l’ipotesi di reato di sostituzione di persona (articolo 494 del c.p.). Rischia fino a un anno di reclusione se la vicenda finirà davanti a un giudice, e non sarebbe il primo nel Vicentino.
Da valutare sarà poi la posizione del fratello minore, nel caso venisse accertato di aver deliberatamente fornito la propria certificazione sanitaria personale al congiunto, pratica vietata, il quale potrebbe aver favorito indirettamente la commissione di un reato. Non si tratta del primo caso simile accaduto nel Vicentino nelle ultime settimane, con le forze dell’ordine che hanno intensificato i controlli verificando i documenti di identificazione personale al fine di stanare chi utilizza i metodi più disparati per aggirare l’obbligo.
La diffusione di questa notizia di cronaca locale è stata autorizzata dalla Procura di Vicenza, in ragione della valutazione sull’interesse pubblico che ne deriva.