Covid e restrizioni, Confimi Veneto chiede l’abolizione del green pass
Il 2022 dovrà essere obbligatoriamente l’anno della ripartenza, dopo due anni segnati dalla pandemia bisogna guardare al futuro con ottimismo. Per farlo, però, serve necessariamente un rilancio dell’economia con sostegni alle aziende e la riduzione delle stringenti restrizioni che di certo non aiutato le imprese. Sul tema interviene anche Confimi Industria Veneto che chiede a gran voce di abolire il green pass definitivamente. L’Associazione che rappresenta in Veneto circa 2.400 piccole e medie imprese ritiene che la campagna vaccinale anti Covid abbia raggiunto un elevato livello di sicurezza.
A dichiararlo è il presidente di Confimi Alessandro Trentin che commenta: “Ormai la popolazione italiana nel suo complesso ha raggiunto una copertura vaccinale prossima al 90% e se consideriamo anche gli immunizzati da guarigione il tasso di protezione rispetto al rischio di sviluppare la malattia in forma grave è elevatissimo rispetto ad altri Paesi. Eppure mentre in Europa e nel mondo molti Stati stanno per allentare i vincoli ai cittadini, l’Italia si appresta ad un’ulteriore stretta. È il momento di cambiare strategia o a rimetterci saranno tutti. Erario compreso. Anche perché non possiamo che constatare il fallimento del sistema di autorizzazioni che ruota intorno al Green Pass, che come stiamo vedendo non è stato efficace nel contenere i contagi, ma sta provocando gravi danni all’economia e anche alla tenuta sociale del Paese. Il momento è drammatico per molti settori, primo fra tutti la ristorazione e l’hotellerie e quindi tutta la filiera PMI legata a questi settori, e rischia di catapultarci nell’insostenibilità economica. L’economia infatti è un sistema di vasi comunicanti e ciò che succede nei settori colpiti direttamente dall’assenza di clienti, si riversa in tempi diversi a tutti i settori. Nessuno escluso”.
Con i dati attuali la popolazione dunque sembra aver raggiunto l’obiettivo proclamato dal Governo fin dall’inizio delle vaccinazioni, ovvero l’immunità di gregge. Abolendo il certificato si permetterebbe a molte attività di tornare ad un regime pre-pandemia, esonerando gli addetti a serrati controlli che talvolta vedono i clienti lasciare i locali. Il settore più colpito è sicuramente la ristorazione ma l’effetto si potrebbe ripercuotere positivamente anche nelle aziende, alle prese con dipendenti che non ne sono ancora in possesso
“Proponiamo di mantenere le misure di prevenzione sanitaria, ma non quelle di controllo né i divieti alla vita sociale delle persone – conclude Trentin -. Come associazione auspichiamo che si ritorni alla normalità contrastando in maniera ancora più efficace la diffusione del Covid, ma nel contempo lasciando libere le persone sane di poter consumare e autorealizzarsi. Il green pass aveva lo scopo di spingere alla vaccinazione e il risultato è stato ottenuto: ora bisogna superare velocemente questa fase, pur mantenendo la massima cautela. Un ruolo importante, nell’autosorveglianza sanitaria, possono averlo le stesse aziende, attraverso i responsabili della sicurezza. Ripetiamo l’appello alle forze politiche di attivarsi in fretta”.