Cuore e Psiche – Imparare a volersi bene
Viviamo in un mondo in cui spesso ci ritroviamo a guardarci allo specchio, e a non accettare che il riflesso proiettato da quella superficie possa davvero corrispondere alla nostra immagine. Se la persona che in questo momento sta leggendo queste poche righe non si riconosce in esse ovviamente non si deve sentire in imbarazzo o “diversa”, volersi bene e apprezzarsi per quello che si è rappresenta una meta che ciascuno dovrebbe perseguire. Non provare questo straniamento sicuramente non è indice di vanto, o per lo meno non sempre. Rappresenta piuttosto la consapevolezza di osservare quel chilo in più, quel segno lasciato dal tempo o quel dente un po’ storto, con il sorriso, per poter continuare con la serenità di chi sa che è meraviglioso riconoscere che si è a posto esattamente così.
Guardarsi a lungo e scrutarsi da giudici insolenti fa male profondamente al nostro “io”, alla cognizione che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda. Come se quest’ultimo diventasse un nemico da temere, quando spesso qualcuno non sta osservando “proprio quel brutto difetto lì”, ma ci guarda e magari ci sta pure apprezzando. Fanno ovviamente eccezione a ciò i casi di bullismo e di offese di vario genere, dove il mondo, per un momento, sembra davvero essere contro di noi ed implacabile. Non è nell’occhio degli altri che dobbiamo trovare conforto e sicurezza, ma nel nostro, che è fondamentale allenare all’accettazione della persona che siamo e al riconoscimento di quel valore che spesso ci si ritrova a negare. Chi non si è mai sottostimato almeno una volta nella vita?
Non è così facile dirsi “io vado bene così”, o che non si vorrebbe essere null’altro se non ciò che in noi stessi vediamo. Non è di certo una camminata pianeggiante che porta sempre ed immediatamente ad una grande soddisfazione. Spesso rappresenta un percorso in salita che più di una volta può portare ad abbatterci, a pensare di non essere all’altezza. Ma è proprio in quei momenti che qualcosa scatta dentro di noi, un “insight”, quella lampadina che sembra saperci guidare fino alla meta, e tutto torna a rivivere con il giusto senso.
Un passaggio fondamentale è rappresentato dalla fonte a cui si attribuisce la causa di tutte le cose che accadono. In psicologia, si parla del cosiddetto Locus of Control, quella sorta di stazione di controllo che attribuisce la ragione delle vicende che accadono a sé stesso o agli altri, in modo stabile o non stabile. Capita alle volte di incontrare persone convinte che tutto ciò che succede sia dovuto a qualcos’altro (“ho perso il treno perché c’era traffico”, “sono stato rimproverato dal mio capo perché non gli sono mai stato simpatico”). Al contrario, invece, vi sono anche persone in grado di incolparsi per ogni avvenimento che si ritrovano a vivere nella vita, anche quando tutto ciò che avrebbero bisogno di sentirsi dire è “non è colpa tua, non sei un errore”.
Il fragile equilibrio tra queste due visioni opposte della vita e degli avvenimenti rappresenta il punto di partenza per un benessere psico-fisiologico, caratterizzato dalla consapevolezza che è fondamentale prendersi le proprie responsabilità, ma allo stesso tempo lo è sapere che non sempre l’impegno con cui sono intrise le nostre azioni porta a ciò in cui si aveva sperato così tanto, e che probabilmente ci si meritava pure.
Tutto questo porta ad uno sviluppo ed incremento della propria autostima e del proprio senso di autoefficacia, concetti che si riferiscono all’autoconsapevolezza delle proprie abilità, qualità, caratteristiche e peculiarità. Una vita passata a credere di non essere meritevoli o incolpando gli altri può cessare solo con l’incremento della conoscenza di ciò che ci rende persone, esseri dotati di molteplici possibilità e occasioni di riscatto. Volersi bene non significa ritenersi privi di difetti, ma rappresenta la serenità di chi sa mantenere, nelle situazioni che glielo permettono, il controllo attivo sulle proprie azioni; il tutto tralasciando pentimenti o rimpianti, grazie alla consapevolezza che ogni momento dedicato a tali pensieri è un ulteriore istante che si sta concedendo allo spreco delle proprie possibilità.
Sapersi apprezzare non è che un germoglio di bellezza da coltivare e ammirare in tutte le occasioni che viviamo nel nostro quotidiano. Al contrario invece, cimentarsi nella rassegnazione di non meritarsi la felicità sarà la via più veloce, una sorta di treno freccia rossa, che indirizzerà verso l’insoddisfazione di chi vive in un tramonto dopo cui non tornerà più la luce.