CineMachine | The General
REGIA: Buster Keaton e Clyde Bruckman ● CAST: Buster Keaton, Marion Mack, Glen Cavender, Jim Farley, Frederick Vroom ● GENERE: commedia, romantico, drammatico ● DURATA: 75 minuti ● DATA DI USCITA: 30 marzo 1927 (Italia)
Come vinsi la guerra (The General) del 1926 per la regia di Buster Keaton e Clyde Bruckman.
Trama: Durante la guerra di secessione americana, il macchinista ferroviario Johnnie Gray (Buster Keaton) ha perduto sia il proprio treno che la sua fidanzata, presi in ostaggio da un gruppo di spie dell’esercito nordista. Johnnie condurrà un inseguimento accanito e sgangherato ai danni del gruppo di militari, recuperando così la sua adorata locomotiva e la sua dolce Annabelle.
Non si batte il classico e The General, in Italia pervenuto con il titolo Come vinsi la guerra, non è certo un filmucolo di quart’ordine. In un mondo dove il cinema si è sempre più arricchito nella e della tecnica digitale è bene non dimenticarsi dei pionieri della settima arte ed uno di questi è certamente l’irreprensibile Buster Keaton che qui firma uno dei suoi film migliori, se non un vero e proprio capolavoro.
Rilasciato nella maggior parte del mondo nel 1927, questo film muto d’azione comica floppò di brutto quando venne pubblicato, ma ad oggi è considerato uno dei grandi film americani di tutti i tempi. La storia è basata su eventi storici reali e non è un caso che molti degli effetti che noi vediamo nel film siano autentici, dalle piroette, alle cadute, ai balzi, all’incredibile disastro ferroviario ripreso in una scena.
Di fatto la locomotiva è la coprotagonista di questo film e diventerà il leit-motiv di una storia di inseguimento che prenderà amabilmente per i fondelli i valori bellici. Il nostro protagonista non è un vero combattente e se si vuole gettare per primo nella mischia del conflitto è solo per amore verso una dolce fanciulla. Una volta che non gli viene consentito di servire nell’esercito, in quanto indispensabile come macchinista, il giovane viene ritenuto un codardo da tutti, addirittura dalla sua amata e per questo allontanato. In questo breve momento possiamo capire quanto i forti valori nazionalisti possano fuorviare la mente delle persone e che la guerra non si trova solo sul campo di battaglia, ma le sue conseguenze come le sue cause (l’odio, l’egoismo, l’invidia, l’avarizia ecc.) possono nascere anche in luoghi ben più lontani.
La componente slapstick si basa più sull’azione e sull’avventura, dando al film il giusto equilibrio tra la spettacolarità del movimento e la drammaticità della staticità del volto di Keaton. Il suo volto emblematicamente rigido è l’emblema di quella comicità seria che porta lo spettatore a lasciarsi trasportare più dalle situazioni pericolose e divertenti che capitano al nostro protagonista che non dalla battuta facile e spesso scontata. Il suo volto sconcerta, ma le sue movenze e le sue trovate comiche ci fanno ancora divertire.
Non per altro la maggior parte dei film in cui si vedono acrobati o artisti marziali (per esempio l’attore ed artista marziale cinese Jackie Chan) devono molto a questo tipo di cinema e soprattutto a Buster Keaton che ne è stato il precursore e promotore per molti anni. Curioso il fatto che Buster derivi dal verbo inglese to bust, ovvero “rompere” e spesso e volentieri guardando i suoi film mi sono chiesto come facesse Keaton a non rompersi l’osso del collo in certe cadute o quando qualche oggetto lo colpiva.
In tutto questo spassoso divertimento il tema che Keaton tratta è quello della guerra. In realtà la guerra fa da sfondo a questa storia, mettendo in primo piano la storia di un giovane portato oltre le sue facoltà e capacità per amore di una persona che lo ha ripudiato, senza un reale motivo. Quindi una storia d’amore, una storia di perdono, di riconciliazione in cui avremmo un finale tanto comico quanto accattivante, con il protagonista che si ritrova a dover fare, nell’onere di adempiere ai suoi doveri di militare, il saluto a tutti i soldati dell’accampamento mentre amoreggia felicemente con la sua fidanzata.
Come sempre io non sono nessuno per dire che cosa valga la pena di guardare, ma se proprio non avete nulla da fare provate a buttarci un occhio. Il film è disponibilissimo su ogni canale video, anche se mi piace consigliare la meravigliosa edizione curata dalla Eureka Video, per la collana The Master of Cinema, che ha restaurato e masterizzato meravigliosamente questo film, portandolo alla definizione massima a cui ogni cinefilo può aspirare. Ci sono moltissime edizioni, poche in realtà disponibili in lingua italiana, ma se avete piacere di investire sul cinema di qualità e sulla vostra cultura, Come vinsi la guerra (The General) di Buster Keaton non può essere altro che un ottimo punto di partenza.