Sicurezza sul lavoro, due piccole imprese su tre a rischio sanzioni
Le nuove disposizioni in termini di sicurezza sul lavoro sono al centro di una relazione condotta da Cna. Dopo la conversione in legge del decreto Fisco-Lavoro si teme che le piccole imprese possano subire sanzioni pesanti per il mancato rispetto dei criteri stabiliti dalla nuova legge. Secondo l’associazione di categoria a rischio sarebbero addirittura due imprese su tre non ancora adeguate alla sicurezza per la tutela dei dipendenti. Tra le novità in arrivo l’obbligo di formazione in materia anche per il datore di lavoro, ma soprattutto una completa ridefinizione della figura del preposto.
«Se prima il ruolo di questa figura poteva essere considerato come una sorta di “vigilanza soft” – spiega Diego Zarantonello, responsabile HSE (Health, Safety and Environment) CNA Veneto Ovest – adesso viene riconosciuto come autorità a tutti gli effetti, con dei diritti ma soprattutto dei doveri che deve tassativamente rispettare. Tra questi, l’aspetto più da temere da parte delle nostre imprese: l’obbligo di fermare subito l’attività in caso ravvisi qualche irregolarità nel comportamento nei colleghi, nei dispositivi di protezione individuale, nella strumentazione o nella documentazione in materia di sicurezza. Se non lo fa, rischia in prima persona una multa salata o peggio ancora l’arresto in caso di controlli, esattamente come il titolare».
Gli illeciti infatti si pagano a caro prezzo, con le sanzioni che scattano già in fase di primo controllo da parte delle autorità competenti: oltre alla sospensione dell’attività, sia il titolare che il preposto possono incorrere nell’arresto dai 2 ai 4 mesi, e una multa fino ai 6mila euro. Quanto ai controlli la nuova normativa amplia poi anche le competenze dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, prevedendo un presidio ancora maggiore su tutto il territorio nazionale, in coordinamento a livello provinciale con le ASL.
«I primi controlli sono già partiti, e lo scenario immediato per chi non si adegua è la paralisi dell’attività – aggiunge Zarantonello -. Le difficoltà maggiori le avranno certamente gli attuali preposti, che specie nelle imprese meno strutturate incontreranno non poche resistenze nel far rispettare il loro nuovo ruolo. E poi i preposti “de facto”: laddove non c’è una formalizzazione esplicita, chi gerarchicamente è riconosciuto come “responsabile” per la legge è automaticamente considerato preposto».
Il rischio concreto è che almeno nella fase iniziale per diverse aziende i nuovi oneri vengano guardati come un’ulteriore minaccia, in una fase delicata sotto tanti altri punti di vista.
«E ciò può indurre a travisare il messaggio – conclude Zarantonello -. Per questo a livello nazionale CNA si sta muovendo con il governo al fine di privilegiare un approccio educativo nelle operazioni di controllo, senza trasformarle in una mera caccia al colpevole. Mettersi in regola deve essere visto come l’inizio di un reale percorso virtuoso di sviluppo della consapevolezza dell’azienda e dei lavoratori, finalizzato alla concreta prevenzione degli infortuni. Invitiamo le imprese quindi a fare subito un check-up della loro situazione, per mettere in campo interventi mirati e sostenibili con cui stare tranquilli».