Piscine in ginocchio, adesione allo sciopero per l’80 per cento degli impianti regionali
Lo sciopero indetto dal Coordinamento associazioni gestori impianti natatori andato in scenda lo scorso weekend, domenica 6 febbraio, ha raccolto adesioni in tutta Italia. Tutte le regioni hanno fatto registrare consensi superiori al 50 per cento, solo Piemonte e Veneto hanno superato la soglia di un impianto su due chiusi raggiungendo l’80 per cento. Una situazione che sembra essere prossima al baratro con il comparto piscine in ginocchio, servono interventi immediati, destinati ad affrontare la grave crisi finanziaria, ma c’è la necessità di prendere provvedimenti anche a livello strutturale per poter programmare un piano economico finanziario che permetta alle società di gestione di tornare alla sostenibilità.
Marco Sublimi, delegato Nazionale del coordinamento, si è recato oggi a Roma con una ristretta delegazione: Roberto Bresci (Agisi), Luca Bosi e Alessandro Valentini (Assonuoto) per trattare la situazione con il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e mettere in atto nuove strategie. Sul piatto 6 punti chiari per tentare di raddrizzare la situazione. In primis un contributo salvagente di 150 milioni di euro per mantenere in vita le piscine italiane, possibilità di accesso all’ecobonus 110% per gli interventi strutturali, creazione di un fondo da utilizzare per il riequilibrio delle concessioni, intervento per ridurre il problema del “caro bollette” attraverso il credito di imposta, inserimento di un bonus sport da utilizzare anche nelle piscine e, infine, credito di imposta per i canoni di locazione e di affitto di ramo di azienda per il 2022.
“Le piscine, che nell’ultimo week-end hanno manifestato il proprio grido di dolore, sono allo stremo: è fondamentale intervenire, e farlo con la massima urgenza e per questo ho presentato una Risoluzione in Consiglio regionale”. La Consigliera dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta Roberta Vianello chiede al Governo di sostenere le piscine, sotto stress per via del rincaro energetico. “Non c’è dubbio – puntualizza la Consigliera – che il rincaro dell’energia abbia avuto effetti pesantissimi sull’economia, sulle aziende e sulle famiglie, ma anche le piscine, purtroppo, sono vittime di questi rincari senza precedenti”.
“Non bastasse la crisi del Covid -continua Vianello – che ha dimezzato i ricavi, oggi le piscine devono anche affrontare questo problema. Una sfida che per alcune può diventare una resa totale. Per questo ho presentato una Risoluzione affinché il Governo si attivi con la massima celerità per sostenerne l’operatività verso l’aiuto concreto attraverso lo stanziamento di aiuti finanziari atti a sostenere l’importante servizio, destinato al bene pubblico, esercitato da questi impianti. Il nuoto fa bene alla salute e al benessere di tutti – conclude Vianello – un motivo in più per intervenire con la massima urgenza a favore di un settore già in forte crisi come quello delle discipline natatorie”.