Spettacolando – Hamlet: il ritorno ipnotico di Dewey Dell, un viaggio al centro dell’uomo
Una grande performance al Teatro Astra di Vicenza, sabato 16 febbraio: la rassegna Terrestri ha forza di osare e non sbaglia un colpo. Uno spettacolo di respiro europeo dove il classico incrocia il futurismo. Lo spunto è una riflessione sul dramma di Amleto che ci ricorda quanto sia attuale il conflitto che trasuda amore e gronda sangue.
Sul proscenio ci assale una scultura di pane bruciato pronta ad accogliere l’incrocio di anime tormentate dai legami, dal senso di devozione e giustizia. E’ sempre il principe a dettare i tempi; corre, scappa, incapace di capire lui stesso ciò che vuole fare davvero. La completezza di un dramma di tali proporzioni non può che trovare spazio nei suoni di musica elettronica. Le parole non bastano, non servono più: la storia la conosciamo e la viviamo ogni giorno, ancora e per sempre.
In un mondo fatto di frasi liberate nel web senza più filtri né timori, le paure ci tornano indietro amplificate dagli schemi di cui ancora non riusciamo a liberarci. Più deboli e più fragili dei nostri padri, siamo schiavi anche di promesse che non ci vengono rivolte. Solo la musica ci può salvare dal presente, ma il passato e il futuro sono sempre pronti a schiacciarci: senza pietà. Con l’ideazione e la regia di Teodora Castellucci, immagini e suoni ci hanno scosso l’animo e ci hanno regalato adrenalina allo stato puro. Energia che ci portiamo ancora addosso.
Paolo Tedeschi