Forniture di gas: l’Italia è in ‘pre-allarme’ e Di Maio vola ad Algeri
La guerra tra Ucraina e Russia ha pesanti ripercussioni anche sull’economia Italia in particolare per il settore energetico. Il 26 febbraio, il Ministero della Transizione ecologica ha infatti dichiarato lo stato di “pre-allarme” per le forniture di gas.
Ma cosa significa? Lo stato di “pre allarme” è solo il primo di tre passaggi previsti in un protocollo di crisi. Questo primo livello prevede solo un monitoraggio della situazione, il secondo livello è invece lo stato di allarme e il terzo è l’emergenza.
Per gli utenti finali, al momento, con lo stato di “pre-allarme” non cambia nulla. Del resto non è la prima volta che in Italia scatta questa fase. Anche a inizio 2018, a causa di una ondata eccezionale di freddo e temperature più basse rispetto alla media di stagione era stato annunciato questo primo livello di allerta
Ieri è arrivato il via libera all’unanimità da parte del Consiglio dei ministri al nuovo decreto per garantire aiuti all’Ucraina e al suo popolo. Nella legge sono inserite anche norme per diversificare le fonti energetiche, se il gas di provenienza russa, dovesse subire eccessivi ritardi o sospensioni.
A scopo preventivo, il decreto autorizza anche: “di anticipare l’adozione di misure per l’aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza”, che al momento non è scattata nel nostro Paese. La norma rende immediatamente attuabile, in caso di necessità, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche attive, attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo delle energie rinnovabili. È inoltre prevista la riduzione del consumo di gas nel settore termoelettrico che rappresenta una delle principali componenti della domanda media giornaliera di gas.
A rendere concretamente operative le misure, ci penserà Terna S.p.A. (gestore della rete di trasmissione nazionale), che dovrà predisporre “un programma di massimizzazione dell’impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio”.
Il ruolo di Terna. Il gestore, dovrà inviare report settimanali a Mite e Authority. Agli impianti si applicheranno limiti europei di emissioni di Co2, meno restrittivi di quelli nazionali. Sarà però il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ad adottare con “provvedimenti e atti di indirizzo” misure “finalizzate all’aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas previste dal Piano di emergenza” gas, “a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza”. Sul piano europeo, il ministro ha confermato l’impegno dell’Italia per gli stoccaggi comuni “anche su forma volontaria”.
Diversificazione degli approvvigionamenti. E’ questo il piano dell’Italia che sta intensificando i rapporti con altri partner tra cui l’Algeria, definita dal ministro Di Maio “fornitore affidabile da sempre “. Propio ieri Di Maio , è volato ad Algeri insieme all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi “per rendere operative forniture addizionali”.
Cooperazione sulle rinnovabili. Oltre all’aumento delle forniture di gas, da “rendere operative in tempi rapidi”, Di Maio ha discusso con il governo di Algeri anche di come “aumentare la collaborazione sulle energie rinnovabili, in campo eolico, nel solare e nell’idrogeno verde, anche adattando le infrastrutture per il gas per trasportare l’idrogeno”.