Diplomazia unica soluzione al conflitto in Ucraina. A Kiev 71 bambini uccisi dall’inizio della guerra
I negoziati tra Mosca e Kiev devono essere la soluzione per la fine del conflitto in Ucraina. E’ quanto è emerso dalla telefonata a tre tra il presidente russo Putin, quello francese Macron ed il cancelliere tedesco Scholz. I due rappresentanti europei hanno insistito per un immediato ‘cessate il fuoco’, appello che non è stato accolto dal Capo del Cremlino. E da Mosca, il portavoce del Cremlino Peskov fa sapere che domani ci sarà un incontro tra Putin e Lukashenko, con la situazione Ucraina in agenda.
L’Ucraina non rimane a guardare, continua con le sanzioni. Il presidente Zelensky ha firmato una legge sulla confisca dei beni russi nel paese, che verrà effettuata “senza alcun compenso del loro valore, data la guerra aggressiva su vasta scala condotta dalla Federazione Russa e condotta contro l’Ucraina e il popolo ucraino”. E sempre dall’Ucraina, il sindaco di Kiev ha annunciato che metà della popolazione ha già abbandonato la capitale. Sono 71 i bambini uccisi dall’inizio del conflitto. A fornire il dato è stata Liudmyla Denisova, incaricata dei diritti umani al Parlamento di Kiev.
Le sanzioni continuano a non essere appoggiate dalla Cina. Secondo il ministro degli Esteri cinese Wang Yi le sanzioni “non risolvono problemi, ma ne creeranno di nuovi”. Questo il suo pensiero espresso in un colloquio con il ministro Di Maio. Yi però ha aperto la porta al dialogo: “Anche se c’è ancora grande divario tra le posizioni delle due parti, il negoziato è l’unico modo possibile per ottenere un cessate il fuoco e fermare la guerra. La comunità internazionale dovrebbe incoraggiare congiuntamente Russia e Ucraina ad attenersi alla direzione generale del negoziato e compiere sforzi incessanti verso l’obiettivo della pace”.
La comunità internazionale, nella persona di Kamala Harris, non è rimasta a guardare. La vice presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’arrivo in Polonia di due batterie di missili patriot, spiegando che “gli Stati Uniti sono pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato”.