L’addio a “Bepi” Pinaroli, per trent’anni il trascinatore del calcio ad Asiago
E’ stato giocatore, poi allenatore, in due diversi momenti presidente e infine tifoso dell’Asiago in tutte le sue denominazioni nel mondo del pallone. La più congeniale era probabilmente quella delle origini, quell’Asiago Taurus di cui fu uno dei fondatori nel 1967 oltre che vestirne la prima maglia ufficiale. Stamattina un Duomo di S. Matteo gremitissimo dagli altopianesi ha salutato Giuseppe “Bepi” Pinaroli, scomparso all’età di 78 anni dopo breve malattia ma soprattutto dopo una vita dedicata alla famiglia, ma anche allo sport, alle tradizioni locali e al sociale.
A ricordarlo l’attuale direttore generale dell’Unione Calcio Sette Comuni, che nell’estate del 2015 insieme ad altri dirigenti ha raccolto l’eredità sportiva nel comune di Asiago dai predecessori tra i quali, in due diversi mandati tra la fine degli anni ’80 e metà anni ’90, ci fu anche proprio Pinaroli. “E’ stato l’anima del calcio ad Asiago per almeno 30 anni – spiega Federico Longhini, anche lui presidente fino al 2015 della stessa società – personalmente lo conoscevo bene, quando giocavo da bambino è stato prima mio allenatore e poi in seguito presidente. Tantissima gente lo ricorda, non dimenticheremo mai quanto ha fatto per il calcio ad Asiago e per tutto l’Altopiano. Domani prima della partita della prima squadra osserveremo un minuto di raccoglimento in suo omaggio”.
Proprio Longhini, portando le condoglianze a nome dei vertici della Figc Veneta e del Comitato di Vicenza, ha ricordato l’onorificenza di dirigente benemerito di cui Giuseppe era stato insignito, e ha letto un commosso messaggio rivolto ai presenti durante la cerimonia, ricordando affettuosamente Bepi con alcuni aneddoti: “Boce grinta!” era il suo motto e “ciao bela rassa” il suo saluto. Un sorta di arrivederci a presto che in molti oggi avranno preso a prestito per il commiato dopo il rito funebre.
Oltre al suo impegno in ambito sportivo, Bepi Pinaroli era conosciuto per la sua attività lavorativa come sarto prima e titolare di una pulitura lavasecco poi in piazzetta della Pesa, poco distante dal centro di Asiago, attività portata avanti dalla famiglia, in particolare da moglie e figlia. Inoltre nel corso degli anni si era battuto per difendere il polo ospedaliero in Altopiano e costituiva un punto di riferimento costante per le tradizioni locali. Lascia la moglie Cristiana, i figli Flavio e Anna e i nipotini, oggi consolati dall’affetto di una comunità intera accorsa per l’ultimo saluto.