Coppia uccisa a colpi di pistola dal figlio, che si costituisce: “Volevo gli 800 mila euro dei loro risparmi”
Agghiacciante notizia dall’Ovest Vicentino, dove da stanotte i carabinieri si sono attivati in seguito al ritrovamento dei cadaveri di un uomo e una donna – marito e moglie entrambi di cittadinanza italiana -, uccisi da colpi d’arma da fuoco nella loro casa di Chiampo, in via Villaggio Marmi. Le vittime sono Sergio Gugole (imprenditore conciario in pensione) e Lorena Zanin, di 62 e 59 anni.
Si tratta di un duplice omicidio, presumibilmente avvenuto nella mattinata di ieri, martedì 15 marzo. A sparare sarebbe stato il figlio Diego di 25 anni, convivente con i genitori, usando una pistola detenuta illegalmente. Dopo essere uscito di casa chiudendo a chiave la porta e aver passato parecchie ore vagando in auto, alle 22.30 di ieri sera il giovane si è recato presso il comando provinciale dei carabinieri in via Muggia a Vicenza.
Qui il giovane, secondo quanto riportato in un comunicato della Procura di Vicenza, ha chiesto di parlare con i militari e, dapprima con dichiarazioni spontanee, e poi nei corso di dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero di turno, Barbara De Munari, ha confessato l’agghiacciante motivo dell’assassinio di suo padre e sua madre, che riecheggia la vicenda di Pietro Maso, avvenuta nel 1991 poco lontano da Chiampo, a Montecchia di Crosara. L’omicidio, avrebbe ammesso con i militari dell’Arma Diego Gugole, sarebbe stato meditato “da circa un mese” con lo scopo di impossessarsi di una ingente somma di denaro, probabilmente i risparmi di una vita: ben 800 mila euro investiti dai genitori anche in titoli. Il 25enne ha raccontato ai carabinieri che voleva investirli nell’acquisto di un immobile ad Arzignano, per il quale la settimana scorsa aveva già corrisposto un anticipo a titolo di caparra, e un’autovettura.
Per uccidere i genitori, il giovane presunto omicida reo confesso ha usato una pistola semiautomatica calibro 9 di fabbricazione polacca, che sarebbe stata acquistata da un cittadino straniero, che il 25enne durante l’interrogatorio ha definito “un marocchino”, a Cologna Veneta per 3.800 euro. Il duplice omicidio sarebbe avvenuto ieri mattina intorno alle 10,30: prima avrebbe esploso due colpi contro il padre, colpendolo alla testa mentre era seduto al tavolo in cucina, poi avrebbe aspettato il rientro a casa della madre (che era uscita di casa con gli anziani genitori) e al suo arrivo, intorno alle 13,20 (quindi tre ore dopo) le avrebbe scaricato addosso gli altri colpi (“circa quattro“, ha spiegato ai carabinieri): uno di questi ha colpito anche il televisore in salotto.
Subito dopo l’uccisione del padre avrebbe trasferito con un bonifico una somma importante (circa 16 mila euro) dal conto corrente bancario del padre a quello suo personale. Poi, nel pomeriggio, dopo aver ammazzato la madre, essersi fatto una doccia e cambiato i vestiti, il 25enne ha raccontato di essere andato nei locali dell’impresa edile di Arzignano dove avrebbe consegnato una ulteriore somma a titolo di anticipo per l’acquisto dell’immobile opzionato. Avrebbe anche comprato in alcuni negozi, sempre di Arzignano, dei sacchi di tela, vernice e pennelli da usare per nascondere le tracce di sangue: l’obiettivo era nascondere i due cadaveri, nei sacchi, all’interno di un appartamento al piano terra del condominio dove la famiglia viveva, disabitato da anni dopo la morte dei nonni paterni. In serata il 25enne era anche stato contattato sul cellulare da un’amica della madre, che era d’accordo di incontrarsi con i due genitori e mostrava preoccupazione in quanto non riuscita a rintracciarli: non rispondevano alle chiamate al cellulare e neppure al campanello dell’abitazione.
L’arresto per omicidio pluriaggravato è scattato intorno alle due e mezza di notte, dopo che nell’appartamento di Chiampo, erano stati fatti arrivare i vigili del fuoco del vicino distaccamento di Arzignano, chiamati per aprire la porta favorire l’accesso all’interno dell’edificio. Lì è arrivata la conferma della terribile versione raccontata poco prima dal figlio omicida ai militari, trovando i due corpi senza vita di uomo e di una donna poi identificati in Sergio e Lorena, senza alcuna possibilità di intervento riguardo ai soccorsi.
Diego Gugole ha raccontato nel corso dell’interrogatorio di essere senza lavoro da un anno: “Ultimamente non mi piaceva lavorare, raccontavo bugie ai miei genitori” ha ammesso candidamente con i militari e la pm. In passato era stato alle dipendenze di alcune concerie della vallata. Ha anche spiegato che, su insistenza del padre e della madre, di recente aveva iniziato ad andare nello studio di una psicologa. Nell’appartamento i militari dell’Arma hanno trovato non solo i cadaveri di Sergio Gugole e LorenaZanin, ma anche la pistola usata per il delitto, mentre nell’auto del ragazzo sono stati recuperati i sacchi di tela il materiale acquistati nel pomeriggio.
Le indagini da parte dei carabinieri del reparto operativo nucleo investigativo del comando provinciale di Vicenza sono in corso, con la collaborazione dei colleghi della compagnia di Valdagno e della stazione di Chiampo. Il 25enne ha trascorso la notte in carcere, in attesa della convalida del fermo da parte del gip. L’abitazione è attualmente sotto sequestro è presidiata dalle forze dell’ordine. Si trova in un quartiere residenziale popolare poco lontano dalla Pieve della Madonna di Lourdes.