Zelensky al Parlamento italiano: grazie per il sostegno. Draghi: Ucraina in UE
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è intervenuto al Parlamento Italiano, riunito in seduta comune. “Voglio ringraziare l’Italia per il vostro aiuto alle famiglie degli ucraini, che si salvano dalla guerra” ha esordito Zelensy, ricordando come “L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare”.
Zelensky ha fatto riferimento al suo intervento, sempre in videocollegamento, con Firenze della settimana scorsa: “Una settimana fa ho parlato a un incontro a Firenze, ho chiesto a tutti gli italiani di portare il numero 79, che era il numero di bambini uccisi, ora sono ora 117, a causa del procrastinarsi della guerra. Con la pressione russa ci sono migliaia di feriti, centinaia di migliaia di vite distrutte, di case abbandonate, i morti nelle fosse comuni e nei parchi”. Poi su Mariupol: “L’invasione russa sta distruggendo le famiglie, la guerra continua a devastare città ucraine. Alcune sono completamente distrutte come Mariupol, che aveva mezzo milione di abitanti. È come Genova, immaginate una Genova completamente bruciata”.
Il presidente ucraino ha esortato l’Italia a fare di più, in nome di un legame di amicizia tra i popoli e i governi: “Gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, noi abbiamo inviato medici e gli italiani ci hanno aiutati durante l’alluvione. Noi apprezziamo moltissimo ma l’invasione dura da 27 giorni, quasi un mese: abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni”. E ancora: “Voi conoscete bene gli ucraini, un popolo che non ha mai voluto la guerra, che è europeo come voi. Voi sapete bene chi ha portato la guerra, chi ordina di combattere”.
La risposta del Presidente del Consiglio Draghi è una speranza per il prossimo futuro del paese: “L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione europea, perché il Paese difende anche la nostra libertà e la nostra sicurezza”. Poi sull’accoglienza dei profughi Draghi ha detto: “Siamo pronti a fare ancora di più, davanti all’inciviltà non ci giriamo dall’altra parte”.