Draghi: tempi non maturi per i colloqui di pace tra Putin e Zelensky
Dopo la telefonata con Vladimir Putin, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, durante un incontro con la stampa estera ha detto: “Le condizioni da parte del Presidente Russo per un cessate il fuoco non sono mature, ma poi è stato aperto il corridoio di Mariupol”. Poi sulle trattative con l’Ucraina Draghi ha aggiunto: “In effetti le posizioni delle due parti si sono un po’ avvicinate, ma sono cauto perché c’è ancora molto scetticismo”. Per Draghi, “le sanzioni funzionano e alla pace si arriva se l’Ucraina si difende”.
L’Italia potrebbe giocare un ruolo importante nelle trattative di pace. Afferma Draghi: “L’Italia è richiesta come garante sia dall’Ucraina sia dalla Russia. Quale sarà il contenuto esatto delle garanzie è presto per definirlo, dipenderà dai negoziati. Potranno essere garanzie che le clausole che saranno negoziate siano attuate: la pace, il tipo di neutralità, lo statuto delle regioni del Donbass e Lugansk”. Draghi aggiunge anche che ha delle aspettative sul “ruolo della Cina che potrebbe diventare un protagonista di prima grandezza nel processo di pace. Bisogna vedere se le aspettative sono confermate”.
Le spese militari. Sul controverso punto del patto con la Nato, il Presidente del Consiglio afferma: “L’impegno dell’Italia per il 2% del Pil per le spese militari con la Nato è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi, dal 2018 al 2021 le spese nel bilancio delle difese sono aumentate tra il 17% e il 26-27%. L’impegno dell’Italia è confermare quanto fatto precedentemente e gli impegni con la Nato”. Poi Draghi afferma: “Occorre superare l’attuale sistema legato alle decisioni nazionali e se siamo seri occorre procedere subito un coordinamento sulla difesa: chi spende, quanto spende. Bisogna chiedere alla Commissione di partire da lì, altrimenti non siamo seri e non ne parliamo più. Non bisogna prenderlo alla leggera”.