Guerra in Ucraina, bombardamenti a Odessa. Stop al gas russo nelle repubbliche baltiche
Da questa notte le sirene anti aereo suonano in diverse città dell’Ucraina: da Kiev a Odessa, da Leopoli a Dnipropetrovsk, mentre a Mariupol c’è un corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili. L’attacco alla città portuale, Odessa, è cominciato alle prime luci dell’alba: le esplosioni sono state riportate dai cittadini sui social media, e potrebbero aver coinvolto vari depositi di carburanti.
Nel messaggio notturno, ripreso dal Guardian, il presidente Zelesnky è stato molto chiaro: “Qual è l’obiettivo delle truppe russe? Vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina. Qual è il nostro obiettivo? Difendere noi stessi,la nostra libertà, la nostra terra e il nostro popolo”. Zelesnky ha anche puntato il dito contro l’ungherese Orban, definendolo come “unico leader europeo che sostiene Vladimir Putin”.
La conquista del Donbass e del Lugansk era stata dichiarata, poche ore prima delle parole di Zelensky, anche dal Cremlino: “La sovranità delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk è stata riconosciuta dalla Russia. Abbiamo riconosciuto la loro indipendenza, le abbiamo riconosciute come stati indipendenti. L’operazione militare speciale è stata avviata su richiesta di queste due repubbliche: uno degli obiettivi principali consiste nel salvare queste repubbliche e ripristinare la loro statualità entro i confini del 2014”. Queste le parole di Dmitry Peskov.
Le Repubbliche baltiche dicono stop al gas russo. Estonia, Lettonia e Lituania dal primo aprile non importano più il combustibile, e si stanno servendo di riserve di gas immagazzinate sottoterra in Lettonia. “Se possiamo farlo, anche il resto d’Europa può farlo”, ha detto il ceo di Conexus Baltic Grid Uldis Bariss.