Appalti delle mense Ulss: 8 indagati, compresi Putin e Mantoan. Opposizioni all’attacco di Zaia
Bufera attorno al sistema sanitario regionale e agli appalti per le mense ospedaliere, affidate praticamente nella totalità all’azienda vicentina, colosso del settore, Serenissima Ristorazione. Il pubblico ministero padovano Silvia Golin, come riportato da diversi media locali, ha chiuso infatti ufficialmente nei giorni scorsi l’inchiesta che delineerebbe un sistema che avrebbe consentito all’azienda di beffare la concorrenza, aggirando le regole.
Un’indagine clamorosa: otto indagati, tutti vicentini. Cinque sono amministratori della società: il “patron” della Serenissima, nonché presidente del consiglio di amministrazione, Mario Putin, 72 anni; il figlio Tommaso; Flavio Massimiliano Faggion, di Trissino, amministratore delegato di Serenissima Ristorazione Spa e di Euroristorazione Srl; Giuliano Ongaro, di Schio, presidente del CdA di Euroristorazione; Carlo Ernesto Garbin, di Isola Vicentina, amministratore delegato di Euroristorazione e procuratore speciale in Serenissima Ristorazione. Per i cinque il pm ha formulato un campo di imputazione pesante, da verificare nell’eventuale sede dibattimentale: turbativa d’asta, falso ideologico e truffa ai danni dell’Inps.
Gli altri tre indagati al tempo dei fatti erano funzionari di primo piano della Regione, a partire dall’allora direttore generale della sanità veneta, Domenico Mantoan (ora direttore generale di Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). Le altre due indagate sono Patrizia Simionato (un passato nell’Ulss 4 Alto Vicentino, poi direttore generale dell’Istituto Oncologico Veneto e quindi passata nel 2018 ai vertici di Azienda Zero, da dove è stata spostata un anno fa, andando alla direzione generale dell’Ulss 5 Polesana) e l’amministrativa Stefania Fasolo, dipendente dell’Ulss 8 Berica ma in forza alla Fondazione Scuola di sanità pubblica, con sede operativa al Centro Servizi dell’Ulss 7 a Montecchio Precalcino. L’accusa è, in concorso, di induzione indebita a dare o a promettere utilità.
Al centro delle indagini – condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Padova – una gara, indetta nel 2019 dalla Simionato, per un valore di 110 milioni di euro e relativa al servizio di ristorazione per gli ospedali veneti. Un appalto diviso in sei lotti, l’ultimo dei quali assegnato nel 2020, tutti vinti da Serenissima Ristorazione. Si trattava delle gare richieste dal Consiglio di Stato e l’Autorità Nazionale Anticorrruzione in quanto quelle precedenti erano risultate irregolari, in quanto i bandi erano stati considerati costruiti per favorire Serenissima che vinse tutto) e per eccesso di concentrazione.
Del fatto, in base a ricorsi ed esposti del principale concorrente, ossia la società italo-tedesca Dussmann Service, Consiglio di Stato e Anac avevano imposto di riscrivere il capitolato d’appalto inserendo un vincolo di aggiudicazione per un massimo di tre lotti. Le procedure di assegnazione erano quindi state annullate e le gare (bandite da Azienda Zero della Regione Veneto) erano state rifatte. Risultato: di quei sei lotti, Serenissima Ristorazione ne aveva rivinti tre (Rovigo, Padova e Venezia), mentre gli altri due (Treviso e Pedemontana) erano andati a Euroristorazione, mentre la gara residuale di Belluno era andata deserta.
Ora, indagini alla mano, il pm ritiene che l’assegnazione a Euroristorazione contravvenisse a quando indicato da Anac, in quanto entrambe le aziende avrebbero fatto capo al patron di Serenissima, Mario Putin. Migliaia le intercettazioni nel fascicolo, composto da 11 mila pagine di indagini. Fra i vari risvolti della vicenda, un’indagine per rivelazione del segreto d’ufficio per un funzionario dei servizi – Massimo Stellato, già appartenente al Nucleo tributario della guardia di Finanza di Padova, capocentro dell’Aisi, l’Agenzia informazione sicurezza interna – che per i magistrati rivelò a Mantoan di essere intercettato, proprio con riferimento all’indagine sugli appalti per le mense ospedaliere. Indagine per la quale la Procura di Padova ha trasferito gli atti ai colleghi di Vicenza per competenza territoriale.
Le reazioni della politica
“Sul monopolio conquistato in maniera galoppante da Serenissima Ristorazione, per anni abbiamo chiesto alla Giunta regionale la massima chiarezza. Ma solo ora, con la chiusura dell’indagine condotta dalla Procura di Padova, si è imboccata la strada che speriamo porterà a fare piena luce su quanto accaduto. Resta politicamente grave che attorno a questo caso Zaia e i suoi abbiano completamente ignorato i nostri allarmi, documentati nero su bianco, e siano andati avanti per la loro strada”. La presa di posizione è delle consigliere regionali del PD Veneto e componenti della Commissione Sanità, Francesca Zottis e Anna Maria Bigon.
“Fin dall’inizio del caso abbiamo denunciato con interrogazioni puntuali il fatto che già, e da molto tempo prima, Serenissima Ristorazione godeva di una posizione dominante: nel 2010 la quota di pasti forniti agli ospedali era pari al 61%. E riguardo il bando contestato avevamo puntato l’indice sull’anomalia della clausola che vietava l’utilizzo delle cucine degli ospedali per preparare i pasti, diversamente da quanto avveniva in gare analoghe. Tutto questo mentre proprio Serenissima era l’unica impresa in Veneto ad avere un proprio centro di cottura”. “L’errore imperdonabile di questa Giunta – evidenziano in conclusione le esponenti dem – è stato quello di aver liquidato le nostre come posizioni strumentali. Quando invece era doveroso esigere rigore, a tutela della regolarità delle procedure, dei lavoratori e dell’utenza. Lo stesso rigore e chiarezza che ora continuiamo a chiedere alla Giunta. L’assessore Lanzarin venga in Commissione a riferire, ricostruendo il ruolo di Azienda Zero in questo guazzabuglio e soprattutto quali azioni si intendano promuovere”.
Stessa richiesta che arriva anche dai i consiglieri regionali Guarda (EV), Baldin (M5S), Lorenzoni (Gm), Ostanel (VcV) e Zanoni (Pd), che parlano di notizie “allarmanti”: “E’ compito della magistratura ora fare chiarezza e stabilire eventuali responsabilità. Tuttavia, la politica veneta non può sottrarsi e deve urgentemente svolgere un’analisi della vicenda. Per questo motivo, abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere all’assessore regionale alla Sanità di riferire rispetto a quanto sta accadendo”.
“Ricordo che nel 2019 l’opposizione in Consiglio regionale presentò una Risoluzione, poi respinta dal Centrodestra veneto, che invitava la Giunta regionale a una corretta riedizione della gara per l’affidamento del servizio di mensa ospedaliera a favore delle Ulss venete – aggiunge Guarda – Diciamo ‘no’ a silenzi gravissimi, lo dicevamo all’epoca e lo ripetiamo oggi, alla luce dei nuovi fatti oggetto di contestazione. Servono urgenti approfondimenti perché sono in ballo la corretta gestione e l’allocazione delle risorse pubbliche, la libera concorrenza nel mercato e il corretto svolgimento delle procedure, in particolar modo quando riguardano risorse destinate a strutture pubbliche dove si presidia la salute dei cittadini”.