Cliente omofobo a disagio a mangiare “a fianco di gay”. I gestori: “la prossima volta vada in porcilaia”
Arrivederci a mai più. E’ questa la sintesi parafrasata della secca replica dei gestori della nota Bruschetteria Faedo a una recensione dai contenuti omofobi apparsa lo scorso week end su Facebook. Il locale di ristorazione si trova nell’omonima località tra le colline sul confine tra Cornedo Vicentino e Monte di Malo. Nei giorni scorsi tra i clienti saliti a Faedo per gustarsi la specialità della casa anche un avventore che non avrebbe per niente gradito la presenza, a suo dire, di “gay” seduti al tavolo.
Scrivendolo a chiare lettere in un post nello spazio riservato ai commenti. Non è tardata ad arrivare la risposta, piccata e pungente, da parte della proprietà del locale, dove si rimanda a pratica da Medioevo e si invita il cliente turbato dalla presenza di persone di gusti affettivi e sessuali diversi suoi a prenotare la “porcilaia” in futuro. Anzi, meglio scegliere un locale, diverso.
Ecco riportato dalla stessa pagina social della bruschetteria il “botta e risposta” per intero, mentre come facile intuire si è scatenata una bufera di commenti da parte del popolo di Facebook, col denominatore comune dello sdegno nei confronti della mentalità retrograda di chi aveva lasciato una recensione quanto meno fuori luogo, al netto delle considerazioni personali di ciascuno sul tema dell’omofobia e del rispetto delle inclinazioni sessuali.
Si tratterebbe peraltro di un profilo fake, o comunque non riporta le reali generalità dello scrivente. “Ci vediamo costretti e allo stesso tempo dispiaciuti a dover condividere una recensione come questa. Invitiamo questa persona – scrive la gestione della bruschetteria nella sua pagina Facebook dopo la replica su un portale dove era apparsa la recensione – a non presentarsi più nel nostro locale e con questo post vogliamo prendere una posizione ben definita contro coloro che la pensano allo stesso modo. Ci sarebbe piaciuto dire direttamente queste cose a tale signore se solo ne conoscessimo il vero nome e cognome”.
A rendere nota la questione divenuta poi divenuta virale, anche in virtù degli oltre 200 mila followers, è stata l’associazione “I sentinelli di Milano“, composta anche da attivisti che da anni si battono per l’uguaglianza tra i sessi, la lotta alle discriminazioni e alle violenze di ogni tipo e contro il razzismo.
Intanto a Faedo, se saranno rispettate le intenzioni espresse da decine di post, ci si dovrà preparare a un possibile “boom” di nuovi arrivi tra i tavoli interni ed esterni della piazzetta: attirati non tanto dall’attestazione di bontà del cibo casalingo apparsa nel messaggio incriminato ma piuttosto dalla solidarietà di tanti internauti per i quali le inclinazioni personali di ciascuno non rappresentano un tabù, una fonte di discriminazione e, meno ancora, un elemento su fondare il proprio giudizio sulla qualità di un servizio di ristorazione.