Inchiesta rifiuti, indagato anche il figlio di De Luca per corruzione
A pochi giorni dall’election day si allarga l’inchiesta della Procura di Napoli su corruzione e rifiuti che ieri ha portato ad una serie di perquisizioni in uffici regionali. Nella tarda serata di giovedì è stato iscritto nel registro degli indagati anche Roberto De Luca, assessore comunale a Salerno e figlio del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca.
Sullo sfondo lo smaltimento delle ecoballe, proprio il settore di strategica bonifica ambientale su cui il presidente della Regione aveva puntato la sua missione, con il sostegno del governo Renzi. Il coinvolgimento di De Luca jr nell’inchiesta sarebbe collegato a un video del quotidiano on-line Fanpage in cui un finto imprenditore propone accordi illeciti in riferimento ad appalti per lo smaltimento delle ecoballe. L’ipotesi per Roberto De Luca è corruzione.
Secondo la Procura si è trattato di istigazione alla corruzione: al punto che sia il direttore della testata, Francesco Piccinini, sia l’altro giornalista Sacha Biazzo, sono ora indagati per quel reato. Ma la direzione di Fanpage si difende: “È chiaro che abbiamo fatto questo nell’ambito di un’inchiesta giornalistica, e abbiamo avuto un dialogo con le forze dell’ordine”.
L’indagine, che sta scuotendo il mondo politico, coinvolge distinti filoni, centrosinistra e centrodestra. In un altro capitolo dell’inchiesta è indagato infatti, sempre per corruzione, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luciano Passariello, candidato alla Camera.