Nulla di fatto per le Terme di Recoaro: bocciata l’unica offerta pervenuta. A rischio la stagione
“Non aggiudicazione“. Due parole che rimbombano in tutta la vallata dell’Agno e ancor più nella cosiddetta Conca di smeraldo di Recoaro, che vedrà salvo colpi di scena ancora una volta il compendio termale senza un timone per la stagione turistica imminente. Non è andato infatti a buon fine il bando di gara per la gestione, indetto da Regione Veneto, con un’unica offerta giunto sul tavolo della commissione proposta, giudicata a quanto trapela economicamente inadeguata.
Una somma non congrua secondo le stime in mano al massimo ente locale, proprietario dell’area termale intorno a cui si concentrano le attenzioni – e anche il futuro – di una parte sostanziosa delle strutture ricettive locali. Il cui indotto legato al turismo è condizionato dal mancato ritorno della piena attività dei bagni e servizi annessi.
La società Salus sarebbe stata quindi l’unica concorrente a partecipare al bando, di fatto annullato dopo la decisione della commissione regionale di invalidare il concorso per offerte che prevedeva una concessione della durata di 21 anni, con più clausole da rispettare, tra cui una aspetto da chiarire riguardo gli investimenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che avrebbe potuto contrarre la durata – fino a due anni, ma è solo un’ipotesi – dell’effettiva presa in carico della gestione delle terme. Sono 20 i milioni di euro in arrivo.
Questioni tecniche che saranno approfondite nei prossimi giorni e che porteranno, forse, a una nuovo bando futuro, ma di certo in tempi non brevi. Per scongiurare un nuovo flop dell’offerta curativa termale alle fonti, dopo il deserto della stagione 2020 e anche in quella scorsa 2021 tra pandemia e problematiche di assegnazione, non rimangono che soluzioni “tampone”, giusto per rimanere in tema.