Donna ospite di una comunità protetta uccisa da un’altra ospite
Dramma a Marostica in una comunità protetta che ospita persone con patologie psichiatriche: una ospite avrebbe aggredito con un coltello un’altra ospite, uccidendola. La vittima è Maria Cristina Cavedon, 53 anni.
L’omicidio avvenuto oggi, domenica 24 aprile, in una struttura in via del Lavoro poco prima dell’una. A chiamare la centrale operativa dei carabinieri al numero di emergenza 112 – informano i carabinieri in una nota – alle 12,45 è stata la stessa responsabile dell’aggressione: con voce agitata ha riferito di aver ucciso la coinquilina con un coltello e di voler costituirsi. Ha spiegato anche i motivi per cui l’avrebbe uccisa: “mi faceva i dispetti, la odiavo”. Ha spiegato di averla colpita al cuore e al collo con un coltello in un momento di rabbia. Poi, ha aggiunto di abitare a Marostica, in un appartamento per persone con disagi psichiatrici e, su richiesta, ha dato le sue generalità. : L. P. B., 54 anni.
Quando una pattuglia dei carabinieri è giunta in via del Lavoro ha trovato effettivamente la coinquilina, Maria Cristina Cavedon, riversa a terra senza vita con ferite da taglio al torace e al collo. Inutile l’intervento di un’ambulanza del Suem 118. In casa al momento del fatto non c’erano altre persone: i militari dell’arma, individuata anche la Paiaro Bernato, l’hanno fatta accompagnare, ancora con gli abiti insanguinati presso gli uffici di Bassano del Grappa da un’altra pattuglia. Qui la donna è stata interrogata dal pubblico ministero di turno, Barbara De Munari: al termine, raccolto un quadro più che chiaro di quanto accaduto, la 54enne è stata arrestata e trasferita alla Casa Circondariale di Montorio, a Verona.
Oltre all’arma del delitto, rinvenuta sulla scena del delitto, sono stati sequestrati e repertati gli abiti di Lisa Paiaro Bernato, nonché l’appartamento dove si è consumato l’omicidio, il tutto finalizzato all’acquisizione degli elementi di prova in vista del rinvio a giudizio.
Tre le persone che vivevano nell’appartamento protetto: la terza essendo domenica si trovava con la sua famiglia. La struttura è gestito dalla cooperativa sociale “Un segno di pace”, realtà del terzo settore con quasi quarant’anni di impegno nel campo della salute mentale, fra le più importanti nell’ambito della salute mentale, che opera da sempre in convenzione con le aziende socio sanitarie del territorio e in particolare, a Marostica, con l’Ulss 7 Pedemontana. Nella stessa via “Un segno di pace” possiede anche altri due strutture che danno risposta ai bisogni di persone con disagio psichico e psichiatrico, in coordinamento con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 7: sono anche questi “gruppi appartamento protetti”, destinati alle situazioni meno complesse e che non prevedono quindi la presenza costante di un operatore e supportano le persone verso una parziale autonomia. La cooperativa è certificata per il miglioramento continuo della qualità, è accreditata dalla Regione e nel 2008 è stata anche premiata dalla Camera di Commercio di Vicenza.
Sull’omicidio è intervenuta anche l’Ulss 7 Pedemontana con una nota scritta: “Le persone coinvolte – spiega l’azienda socio sanitaria – erano seguite da molti anni dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 7 Pedemontana e da circa due anni, a fronte di una situazione stabilizzata, vivevano in un appartamento sociale gestito dalla cooperativa sociale Un Segno di Pace. Nel caso specifico, l’ULSS 7 Pedemontana garantisce, come in molte altre situazioni analoghe, il monitoraggio delle condizioni degli ospiti dell’appartamento sociale attraverso un monitoraggio sanitario costante, mediante più visite la settimana da parte di un operatore sanitario; inoltre le ospiti dell’appartamento venivano regolarmente sottoposte a visita psichiatrica, con cadenza mensile”.
“In passato – aggiunge la nota – non erano mai emersi elementi di aggressività o di tensione particolare, tanto è vero che l’ultimo ricovero dell’autrice dell’aggressione risale a quasi vent’anni fa e lo stesso è risultato nell’ultima visita effettuata da parte dell’operatore proprio questa mattina poche ore prima dei fatti. L’Ulss 7 Pedemontana esprime le proprie condoglianze ai familiari della vittima e metterà a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione utile a fare luce sulla vicenda”.