Epatite pediatrica acuta: sette casi in Veneto, ma cinque sono già stati dimessi
Ad oggi sono in tutto sette i casi di epatite acuta pediatrica registrati in Veneto e trasmessi dalla Regione al Ministero della Salute. Lo comunica la Regione stessa, che aggiunge un dato tranquillizzante: di questi sette casi, cinque piccoli pazienti sono già stati dimessi, mentre due sono ancora ricoverati.
Da quando il 15 aprile 2022 è stato pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il primo comunicato su questa patologia pediatrica acuta di origine sconosciuta, nel Regno Unito, sono continuate le segnalazioni di casi tra i bambini piccoli. “Non è ancora chiaro se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o un aumento della consapevolezza dei casi di epatite che si verificano normalmente ma non vengono rilevati” avverte l’Oms. Una delle ipotesi, ne collega l’origine all’Adenovirus, ma le indagini sono in corso per individuare l’agente che provoca questa malattia acuta.
Il 23 aprile il Ministero della Salute ha emanato sul tema una circolare sui “casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica”, segnalati inizialmente dal Regno Unito. I primi pazienti rilevati in Europa risalgono al 5 aprile: dieci casi di “epatite acuta grave ad eziologia sconosciuta in bambini di età inferiore ai 10 anni, precedentemente sani” sono stati osservati nella Scozia centrale.
Al 25 aprile sono stati segnalati all’Oms almeno 169 casi in 12 paesi: 114 casi nel Regno Unito, 13 in Spagna, 12 in Israele, 9 negli Stati Uniti, 6 in Danimarca, 5 in Irlanda, 4 nei Paesi Bassi, 4 in Italia, 2 in Norvegia e Francia, 1 in Romania e Belgio. In questo momento per l’Oms la priorità è individuare l’origine della patologia, dato che circa il 10% dei casi ha richiesto un trapianto di fegato ed è stato segnalato almeno un decesso. Per tenere controllata la situazione è stato aperto un monitoraggio a livello europeo nella piattaforma EpiPulse – European surveillance portal for infectious diseasese, mentre in Italia è stata attivata la rete dell’Epidemic intelligence per la sorveglianza sanitariam che allerta Regioni, pediatri e medici.
La sindrome clinica tra i casi identificati è l’epatite acuta, ossia l’infiammazione del fegato con enzimi epatici notevolmente elevati. Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto la presentazione con epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici o alanina aminotransaminasi e ittero. Nella maggior parte dei pazienti non è stata rilevata febbre. I virus comuni che causano l’epatite virale acuta (virus dell’epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi e anche i viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori.
Nella circolare del Ministero della Salute si conferma che non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid e un questionario somministrato ai pazienti, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune. Sebbene le indagini di laboratorio abbiano escluso in tutti i casi un’origine virale legata ai ceppi delle epatiti di tipo A, B, C, D ed E, le autorità sanitarie del Regno Unito considerano l’ipotesi infettiva la più probabile, ciò nonostante sono state avviate, e sono tuttora in corso, anche indagini tossicologiche.
Per quel che riguarda l’Italia, al 22 aprile erano giunte in totale al Ministero della Salute 11 segnalazioni che fanno riferimento a pazienti individuati in diverse Regioni italiane (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto). Di questi casi segnalati, solo due erano confermati. Una positività per Adenovirus o per Sars-CoV-2 è stata per ora riportata solo in due casi sospetti, mentre il ruolo giocato dagli Adenovirus, ipotizzato da ricercatori del Regno Unito, non è confermato in via definitiva.
Le infezioni da Adenovirus sono comuni e di solito provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea e la maggior parte delle persone infettate non presenta complicazioni. Gli Adenovirus comunemente non causano l’epatite, che è una complicazione rara, possibile di solito tra gli individui immunocompromessi. “Si potrebbe ipotizzare o la comparsa di una nuova variante in circolazione che causi una grave epatite nei bambini – scrive il Ministero della Salute nella circolare – o che una variante comunemente in circolazione stia colpendo soprattutto bambini più piccoli forse immunologicamente non protetti in relazione alla minore circolazione di Adenovirus durante la pandemia Covid-19”.