La Russia sospende la fornitura di gas a Polonia e Bulgaria. Il conflitto al 63esimo giorno
Gazprom ha interrotto da questa mattina la fornitura di gas a Polonia e Bulgaria che hanno rifiutato di pagarlo in rubli. L’annuncio ha fatto decollare il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam che cresce del 16%. I future sul metano salgono a 119,75 euro al megawattora, dopo aver toccato un rialzo massimo del 24%. In merito all’interruzione delle forniture di gas russo il premier bulgaro, Kiril Petkov, ha dichiarato che rappresenta “una grave violazione del contratto ed equivale a un ricatto”.
“L’annuncio di Gazprom è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas. Siamo preparati per questo scenario. Stiamo tracciando la nostra risposta coordinata dell’Ue. Gli europei possono aver fiducia nel fatto che siamo uniti e solidali con gli Stati membri colpiti”. Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen dopo l’annunciato stop delle forniture russe a Polonia e Bulgaria.
“Prima che le fake news sulla propaganda russa vengano diffuse ulteriormente qui. Ovviamente, Omv continuerà a pagare in euro le consegne di gas dalla Russia. L’Austria si attiene alla lettera alle sanzioni concordate dall’Ue”. Lo scrive su Twitter il cancelliere austriaco Karl Nehammer, commentando la notizia diffusa dalla Tass, secondo la quale la compagnia di gas austriaco Omv aveva accettato di pagare in rubli le forniture di gas russo.
Intanto la guerra in Ucraina è entrata nel suo sessantatreesimo giorno. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio notturno alla nazione, ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di volere smembrare e ridisegnare i confini dell’Europa centrale e occidentale. “L’obiettivo finale della leadership russa – ha detto – non è solo quello di impadronirsi del territorio dell’Ucraina, ma di smembrare l’intera Europa centrale e orientale e assestare un colpo globale alla democrazia”.
Il consigliere di Zelensky ha dichiarato invece che la guerra in Ucraina potrebbe durare fino all’inizio dell’anno prossimo. Lo stesso ha sottolineato che l’eventuale termine della fase attiva nel Donbass non coinciderà con la fine della guerra. Poi ha aggiunto: “Ci saranno ancora azioni tattiche, raid aerei, guerra. È una lunga storia e potrebbe essere molto lunga, potrebbe durare fino al nuovo anno. Tutto dipende da una serie di circostanze”. Per il presidente russo Putin senza un accordo su Crimea e Donbass la pace non è possibile.
Un deposito di munizioni è andato in fiamme vicino ad un villaggio nella regione di Belgorod, nella Russia occidentale, vicino al confine con l’Ucraina. A riferirlo è il governatore della regione Gladkov a Telegram, secondo il quale l’incendio sarebbe stato causato da un attacco di due elicotteri delle truppe ucraine. Il governatore ha aggiunto che non ci sono distruzioni di edifici residenziali e non ci sono vittime tra la popolazione civile.