Il paesino di Costozza sulla Riviera Berica
Costozza, piccolo paese della Riviera Berica, è un tripudio di storia, estetica e natura. Giungendo ai piedi del Monte Santa Tecla, dove vi è il nucleo abitato, si incontrano diverse ville storiche: Villa Morlini-Trento, Villa Trento-Carli, Villa Aeolia, Villa Garzadori da Schio, Villa Ca’ Molina e, poco lontana, Villa Godi-Miotto.
La ricchezza di Costozza è nota fin dal passato. I numerosi covoli, ovvero le piccole grotte originate dalla natura carsica del luogo, furono sfruttati per diversi scopi: in primo luogo per estrarre la Pietra di Vicenza, utilizzata in edilizia; le cavità ampliate dall’estrazione furono quindi adibite come depositi per le derrate alimentari, per la coltivazione di funghi, come magazzini e perfino come abitazioni rupestri, delle quali se ne trovano diversi esempi anche in altri siti dei Colli Berici.
Piuttosto singolare e geniale fu l’ideazione dei ventidotti già nella metà del Cinquecento: gallerie artificiali che collegavano alcuni covoli alle sale delle ville nobiliari e fungevano come una sorta di condizionatori: data la temperatura costante all’interno dei covoli, l’aria in essi contenuta fluiva verso le ville garantendo in inverno aria più calda rispetto all’esterno e, viceversa, aria più fresca d’estate. Il covolo più noto è il Covolo Carli, che con i suoi ventidotti (ancora funzionanti) collega le ville Trento-Carli, Aeolia e Morlini-Trento.
Lasciato il centro, si può salire attraverso uno stretto vicolo verso l’antica Pieve di San Mauro Abate, ben visibile dal basso. Da qui inizia il sentiero n. 4 che attraverso un fitto bosco con abbondante presenza di lauro sale lungo le pendici del Monte Santa Tecla. Lungo il sentiero si trovano alcuni piccoli covoli che formano dei ripari naturali. Ormai giunti verso la sommità del monte si nota seminascosta dalla vegetazione una torre merlata. Poco lontano, nei pressi di un terreno coltivato, vi è il Covolo di Santa Tecla, utilizzato in un tempo passato da Padre Antonio Pagani come dimora, come recita una lapide posta all’ingresso.
La cima del Monte Santa Tecla risulta non accessibile, in quanto vi si trova una base militare NATO. Vale la pena proseguire lungo la dorsale, dove corre una strada asfaltata poco trafficata che affianca la cima del Monte Brosimo, fino alla piccola Chiesa di San Rocco, risalente al XVI secolo e posta su un piccolo colle raggiungibile solo a piedi o in bicicletta. Una volta qui si può continuare a seguire il sentiero n. 4 che scende verso Lumignano passando per la Voragine Tri Oci. Da qui, piegando verso sinistra, vi è il Brojon con i suoi numerosissimi covoli e le splendide falesie meta degli arrampicatori, dal quale si gode di splendidi panorami su Lumignano e l’Eremo di San Cassiano. Meravigliosi sono i panorami in primavera, dove spiccano le fioriture fucsia dell’albero di Giuda (Cercis siliquastrum). Una volta raggiunta la Croce del Brojon e il caratteristico spuntone detto Dente di Attila, si sale ancora di poco ritornando nei pressi della base militare.
La discesa verso Costozza si può effettuare attraverso la piacevole strada sterrata a tornanti di Via Santa Tecla, dove vi sono numerosi cipressi e alcuni punti panoramici sulla pianura sottostante. Seguendo sempre la strada dopo aver superato la Pieve di San Mauro Abate si oltrepassa un covolo adibito a fungaia (ancora attiva) e alcune case costruite in parte al riparo delle vecchie cave di pietra. L’ingresso al paese avviene con il passaggio sotto il Volto, l’arco nei pressi dell’ampia fontana.
Il periodo consigliato per questa escursione è la primavera, durante la quale si può approfittare delle colorate fioriture e delle temperature miti.