Embraco: Invitalia incontra a Roma un investitore straniero
Si infiamma il caso Embraco. Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda ha fatto saper che Invitalia, l’agenzia del ministero dello Sviluppo che si occupa di attrarre gli investimenti esteri, sta incontrando a Roma un investitore straniero che potrebbe essere interessato a Embraco, l’azienda che intende licenziare circa 500 dipendenti nel Torinese. “Sta andando avanti lo scouting – ha spiegato il ministro – incontrerò i sindacati la prossima settimana e darò loro gli aggiornamenti”.
Intanto la vicenda dell’azienda torinese è approdata a Bruxelles. La questione di Embraco è “una cosa seria e la Commissione Ue valuterà se le regole sugli aiuti sono state rispettate, ma non diamo giudizi prima di conoscere i fatti reali”, ha dichiarato la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, che ha incontrato ieri proprio Calenda per fare il punto sulla situazione dell’azienda torinese.
La Vestager ha poi parlato del fondo proposto dal ministro allo Sviluppo economico per mitigare gli effetti della delocalizzazione: “Non ho visto i dettagli, ma siamo sempre aperti alle idee degli Stati membri”. La commissaria ha poi ricordato che “non si tratta di un’idea completamente nuova, perché a livello europeo già esiste un fondo di aggiustamento alla globalizzazione”. “Siamo qui per far rispettare le regole e per assicurarci che non si spostino posti di lavoro ma che si creino posti di lavoro”, ha sottolineato ancora la commissaria.
Sulla vicenda di Embraco e sulla paventata ipotesi di aiuti di stato della Slavoccia, dove dovrebbe trasferirsi l’azienda torinese, si è espresso anche il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: “Non possiamo permettere che all’interno dell’Unione europea ci siano forme di dumping fiscale e sociale che rendono tutto troppo difficile. Per questo il governo ha fatto del caso Embraco un caso esemplare, perché riguarda il modo in cui si sta insieme nell’Ue”.
Intanto anche i sindacati sono sul piede di guerra e intenzionati a proclamare uno sciopero generale dei metalmeccanici entro il 15 marzo, coinvolgendo 100mila lavoratori. Qualche giorno prima, il 2 per l’esattezza, sarà convocata un’assemblea unitaria dei delegati delle fabbriche torinesi in crisi, con i segretari generali dei sindacati metalmeccanici.