Colloquio telefonico Draghi – Zelensky. Rapporto internazionale: Mosca mira al genocidio in Ucraina
Telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente ucraino Zelensky. “Ho avuto una conversazione telefonica con Presidente del Consiglio Draghi che è in prima linea sulla situazione”. Inizia così un tweet di Zelensky. “Ci aspettiamo dai nostri partner ulteriore supporto per la difesa”, scrive. Con Draghi, Zelensky fa sapere di aver sollevato il problema dell’approvvigionamento di carburante e sono stati discussi i modi per prevenire la crisi alimentare. Dobbiamo sbloccare insieme i porti ucraini”, conclude.
Infuriano intanto i combattimenti nel Donbass. Il sindaco di Severodonetsk parla di 1.500 persone uccise dall’inizio del conflitto e il premier britannico Boris Johnson fa sapere che la Russia fa progressi lenti ma tangibili in Ucraina. Intanto l’amministrazione Biden si starebbe preparando a inviare all’Ucraina armi più potenti: ossia missili a lungo raggio che da tempo Kiev sta chiedendo perché potrebbero essere il punto di svolta nella guerra contro la Russia.
Dall’inizio dell’invasione, la Russia ha lanciato contro l’Ucraina 2.400 missili di diverso tipo. A fare il punto è il presidente Volodymyr Zelensky, secondo il quale la maggior parte dei missili hanno colpito infrastrutture civili, imprese, magazzini in particolare quelli alimentari, case e ferrovie. Zelensky poi dichiara che non esiste nessuna ansia di parlare a Putin, ma è necessario per porre fine alla guerra.
Le azioni della Russia in Ucraina forniscono prove sufficienti per concludere che Mosca stia incitando al genocidio e commettendo atrocità con l’obiettivo di distruggere il popolo ucraino. Lo riferisce il primo rapporto legale firmato da oltre 30 studiosi di diritto ed esperti di genocidi, che accusa lo stato russo di aver violato diversi articoli della Convenzione delle Nazioni Unite. Gli esperti sostengono le accuse con un lungo elenco di prove che includono esempi di uccisioni di massa di civili, deportazioni forzate e retorica anti-ucraina disumanizzante usata da alti funzionari russi.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov accusa invece l’Occidente di aver mosso contro la Russia una guerra totale e denuncia come le potenze occidentali stiano cancellando la Russia e tutto quanto è collegato con il Paese, anche scrittori, compositori e altre figure culturali. Secondo il capo della diplomazia di Mosca, gli Stati Uniti e i loro satelliti stanno usando la più ampia gamma di strumenti, dalle sanzioni economiche unilaterali ad una diffusa falsa propaganda nello spazio mediatico globale.