Zaia a Thiene: “Non avremo tutte le materie, ma il governo Draghi ci darà l’autonomia”
“Al Veneto non saranno concesse tutte e ventitre le materie richieste ma entro la fine del governo Draghi si porterà a casa comunque una buona fetta di autonomia differenziata”. Luca Zaia e Andrea Giovanardi, thienese “punto di riferimento” del presidente della Regione all’interno della delegazione che tratta con Roma, hanno spiegato a che punto è la questione autonomia.
La Regione ha accettato di abbassare le pretese, accontentandosi di non avere tutte le materie richieste fin dall’inizio pur di portare a casa qualcosa e in tempi brevi. Con il solito ottimismo hanno voluto fare il punto per tranquillizzare chi ritiene che sia tutto ancora in alto mare.
Non pienissimo come ci si sarebbe aspettati il teatro comunale di Thiene (270 persone circa, poco più della metà dei posti disponibili) dove il governatore e il professore erano presenti grazie al candidato sindaco Manuel Benetti e alle cinque liste che lo appoggiano. Proprio Benetti, felice di avere il tanto apprezzato presidente della Regione al suo fianco durante la serata, ha dichiarato: “Se sarò eletto sindaco seguirò il modello di Zaia. Lui è il mio ispiratore”. A moderare la serata, il giornalista Antonio di Lorenzo.
Poi a bomba sull’autonomia. “Qualcuno ci ha incolpati di avere chiesto troppe materie e di avere rallentato il percorso verso l’autonomia a causa della nostra ingordigia, ma nemmeno il mio amico Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, ha ottenuto ancora nulla”, ha sottolineato Zaia, a cui ha fatto eco Giovanardi che ha voluto precisare: “Il processo non si è assolutamente arrestato, l’unica soluzione è andare avanti”.
La norma giuridica, definita ‘legge quadro’, esiste in bozza ed è quello il punto sul quale la delegazione sta lavorando. E’ questa che andrà a definire l’accordo tra Stato e Regioni richiedenti, con accordi bilaterali che, dopo l’approvazione, sanciranno la nuova gestione finanziaria delle risorse, che dovrà seguire un criterio federale. “Sono quegli accordi non desumibili dalla norma costituzionale e che devono essere definiti – ha precisato Giovanardi – Lo scontro principale riguarda ovviamente le materie economiche, in molti ci hanno definito egoisti, ci hanno accusati di volerci tenere i nostri soldi. In realtà il modello federalista serve proprio a valorizzare le diversità. L’Italia è un paese diviso, l’autonomia servirebbe semmai ad unirlo”.
Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali, ha dichiarato di voler evolvere la bozza di legge in legge e il governo Draghi potrebbe essere il punto di svolta in tema di autonomia: “Siamo all’ultimo miglio, nell’arco di poche settimane, prima dell’estate, io credo che si possa portare il testo in Consiglio dei ministri – è la dichiarazione fatta poche settimane fa dalla titolare del ministero – Stiamo lavorando esattamente ad una legge quadro che garantisca i livelli essenziali di prestazione a tutto il Paese ma che al tempo stesso completi quel percorso di autonomia differenziata che è voluto non solo da Lombardia e Veneto attraverso i referendum ma anche ad altre Regioni. Penso all’Emilia Romagna che ha scelto la strada legislativa e penso all’interesse per questo concetto di autonomia differenziata da parte della Regione Toscana che non è sicuramente una regione di centrodestra. Io interpreto l’autonomia differenziata come un modo per efficientare la macchina della Pubblica amministrazione e per essere più trasparenti sui costi dei servizi e per risparmiare”.
“I mali del sud sono anche i nostri mali” è la convinzione di Zaia, che ha accusato il Pd di Matteo Renzi di aver fatto ostruzionismo in tutti i modi, fino ad arrivare ad impedire l’utilizzo della tessera elettorale per votare al referendum. “Dobbiamo andare bene tutti, ed è chiaro che i problemi di oggi non sono imputabili all’autonomia, visto che il Nord non ce l’ha ancora l’autonomia. Serve un cambio di rotta e sono certo che questa è la volta buona”. Il governatore ha ribadito anche la sua posizione sui fondi del PNRR: “Sono 230 miliardi, chi non riesce ad investirli li lasci a chi ci riesce”. Sul rischio di centralismo regionale, avanzato in particolare sui temi della sanità, Zaia ha invece affermato che esso non funziona e le competenze vanno “condivise e spalmate con gli enti locali”.
Soddisfatto Manuel Benetti, che ha ricevuto la “benedizione” del governatore del Veneto, che gli ha ricordato l’importanza degli enti locali: “Più corta è la catena di comunicazione tra popolo e istituzioni meglio è. I sindaci sono il primo punto di riferimento del cittadino”.