Aumenti insostenibili, manifestazione di protesta in piazza delle Biade
Mentre i prezzi per le famiglie crescono vertiginosamente l’intera filiera agroalimentare è in ginocchio. Secondo Coldiretti Veneto, una azienda agricola su 10 (11%) è in grave difficoltà e rischia la chiusura mentre il 30%, cioè una su tre, si trova a lavorare in condizione di reddito negativo a causa dell’aumento dei costi di produzione. Secondo il Crea, dunque, sono sempre di più le imprese del settore agricolo che operano senza ricavare utile.
Per questi motivi, Coldiretti Veneto, sostiene la manifestazione “Protesta delle pentole vuote” organizzata dalle associazioni dei consumatori e in programma il 10 giugno su tutto il territorio nazionale. Anche il Veneto ne prenderà parte con una mobilitazione a piazza delle Biade a Vicenza. “Agricoltori e consumatori sono l’anello debole della catena – dichiara Coldiretti – di fronte agli aumenti dei prezzi del carrello torna la lista della spesa in 4 famiglie su 10 (38%) ma si va anche a caccia delle promozioni (38%), si guarda con più attenzione anche al rapporto prezzo/kg di prodotto degli alimenti (47%) e soprattutto si taglia il superfluo (48%) a tavola. E’ quanto emerge dall’analisi sulle strategie adottate dagli italiani secondo Ismea di fronte all’aumento dei prezzi alimentari che a maggio per l’Istat è stato del 7,1%”.
“Tra i comportamenti virtuosi segnalati dagli italiani – sottolinea la Coldiretti – spicca la riduzione degli sprechi che riguarda ben il 68% delle famiglie. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l’Italia dove in media nella spazzatura finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari per un totale di oltre 1,8 miliardi di chili da smaltire. Sulle tavole degli italiani sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio“.
“La propensione al risparmio, in ogni caso, non sembra intaccare l’attenzione verso la qualità di ciò che si porta a tavola con il 70% degli italiani che non intende rinunciare al prodotto 100% italiano anche per sostenere l’economia e l’occupazione nel proprio Paese. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” – conclude Coldiretti.