Il 3 luglio sia “Giornata contro il cambiamento climatico”. La proposta in Consiglio comunale a Schio e in Regione
La tragedia della Marmolada ha ricordato ancora una volta quanto gravi e traumatiche possano essere le conseguenze di disastri legati alla crisi climatica e per cercare di fare qualcosa di concreto il movimento politico “Il Veneto che vogliamo” propone di istituire la “Giornata nazionale contro il cambiamento climatico e le vittime causate”.
Il giorno dedicato e scelto è il 3 luglio, data che ha sconvolto l’Italia intera da quel momento in cui, alle 13.43 (orario definito dall’OGS di Trieste), un costone di ghiaccio e roccia si è staccato dal ghiacciaio della Marmolada, lasciando scorrere a 300 chilometri orari i suoi detriti che hanno travolto gli alpinisti lungo la via “Normale” lasciandosi dietro una scia di sangue. 11 morti e 8 feriti la conta finale del dramma.
Una tragedia che ha sconvolto l’italia intera ma soprattutto la nostra provincia, da dove arrivavano o lavoravano ben 7 delle 11 vittime e due dei feriti coinvolti nel crollo, avvenuto quando da giorni si registravano temperature anomale, anche 10 gradi sul ghiacciaio, con lo zero termico sopra i 4mila metri.
Ad annunciare che l’iniziativa di istituire il 3 luglio “Giornata nazionale contro il cambiamento climatico e le vittime causate” sarà portata anche in Consiglio comunale a Schio è Giorgio De Zen, consigliere comunale di Coalizione Civica e portavoce regionale de Il Veneto che Vogliamo.
Anche lui, come Elena Ostanel, dopo aver presentato la risoluzione per istituire ufficialmente la ricorrenza, ritiene che sia doveroso “mettere in campo azioni concrete”.
Il glaciologo Renato Colucci dell’Istituto di scienze polari del Cnr, che studia da tempo il ghiacciaio del Marmolada, ha dichiarato al sito greenreport.it: «Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno scorso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione».