Siccità: giù del 30% le rese di mais e grano. Coldiretti Vicenza: “Creare una rete di invasi”
Il 2022 si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre, con una temperatura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate, con una riduzione del 45%. È quanto emerge dallo studio presentato da Coldiretti all’Assemblea Nazionale dell’Anbi (che riunisce i Consorzi di Bonifica) con la presentazione del piano invasi contro la siccità elaborato congiuntamente dalle due organizzazioni.
L’anomalia climatica più evidente quest’anno si è avuta a giugno, che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr, che effettua rilevazioni in Italia dal 1800.
“Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni, con una siccità che ha causato danni importanti nelle campagne. Il caldo impatta anche sulle rese agricole – rileva Coldiretti Vicenza – con cali medi del 30% nel 2022 per il mais e per il grano, minacciando di condizionare la produzione anche in futuro. Proprio la resa del grano potrebbe addirittura diminuire a livello mondiale del 7% per ogni grado Celsius di riscaldamento globale secondo uno studio della Wheat Initiative, un gruppo di enti pubblici e privati impegnati nella ricerca sui cereali”.
A cambiare significativamente è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni, tanto che la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura, con danni per le quantità e la qualità dei raccolti.
“Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi, per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono – continua Coldiretti Vicenza – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana”.
Il mondo agricolo sta già facendo la propria parte, assicura Coldiretti Vicenza, ma non è sufficiente, in quanto serve un impegno istituzionale sempre maggiore e costante. “Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua – conclude la nota di Coldiretti Vicenza – lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. L’agricoltura è, infatti, l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”.