Boris Johnson: dimissioni a catena nel governo, ma lui non molla
Raffica di dimissioni nel Regno Unito alla luce dei contraccolpi dello scandalo Pincher, con il pressing che aumenta anche su Boris Johson, soprattutto dopo il passo indietro di alcuni suoi fedelissimi. A sorpresa infatti hanno lasciato il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ed anche il ministro della Sanità Sajid Javid, seguiti dal vicepresidente del partito e da una sfilza di sottosegretari. Tra ministri, sottosegretari e alti funzionari sono più di 30 le figure che hanno rassegnato le loro dimissioni nelle ultime 24 ore.
Anche la ministra dell’Interno, Priti Patel, super falco del governo Tory ed annoverata finora tra i lealisti irriducibili di Boris Johnson, ha chiesto ieri sera al premier di dimettersi. Lo riferisce la Bbc. Ma Johnson, che ha incontrato faccia a faccia diversi ministri a Downing Street, ricevendoli singolarmente, ha rigettato ogni ipotesi di dimissioni, lasciando intendere – almeno per ora – di voler andare avanti e di non avere alcuna intenzione di gettare la spugna, nonostante i tanti pressing ricevuti.
Il premier, come riportato sempre dalla Bbc, non intende lasciare di fronte “alle questioni enormemente importanti che il Paese deve affrontare“. Tanto che Johnson ha subito nominato i sostituti: Nadhim Zahawi, già ministro dell’Istruzione, è il nuovo cancelliere mentre Steve Barclay, un fedelissimo del premier, è il nuovo ministro della Sanità. Nel frattempo però anche Michael Gove, uno dei membri più influenti dei Tories e grande sostenitore della campagna referendaria pro Brexit del 2016, ha invitato il premier a lasciare. Un sollecito, per ora, senza riscontro.