“Il latte senza mucche non esiste”. Pugno duro di Coldiretti per salvare le stalle vicentine
A qualcuno potrebbe far sorridere immaginare che si possa promuovere la vendita di latte fatto senza le mucche, invece è quanto arriva da Israele e immediatamente è scattata la difesa di Coldiretti Vicenza: “Attenzione alle bufale, il latte senza mucche non esiste”.
Martino Cerantola, presidente provinciale dell’associazione che tutela gli agricoltori, si rivolge direttamente ai consumatori: “Avete gli strumenti per informarvi correttamente, nonostante l’imperversare di forti campagne create ad hoc per disorientare e diffamare il made in Italy”.
Coldiretti difende a spada tratta le stalle dei suoi allevatori, quotidianamente messe sotto scacco da problemi oggettivi, dall’aumento delle tariffe energetiche, a quello delle materie prime, senza considerare il balzo verso l’alto del carburante. Insidie che minano la zootecnia italiana, che vede nella provincia di Vicenza un punto di forza, con produzioni d’eccellenza ovunque apprezzate.
La bufala del latte senza mucche
“L’ennesima bufala, che genera confusione e minaccia il made in Italy, è il latte senza mucche”, così la definisce Cerantola. “Real dairy. No cows”, è lo slogan che campeggia sul sito della Remilk, la start up israeliana che promette di fare “veri” latte e formaggi senza l’aiuto delle mucche.
“E’ il nuovo simbolo dell’attacco alle stalle italiane ed al made in Italy a tavola – dice Cerantola – portato dalle multinazionali del cibo. Un’aggressione che, dietro belle parole come ‘salviamo il pianeta’ e ‘sostenibilità’, nasconde l’obiettivo di arrivare a produrre alimenti facendo progressivamente a meno degli animali, dei campi coltivati e degli agricoltori stessi. Dopo la vicenda della carne sintetica, che attacca il settore zootecnico, così come la dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco dal 16 novembre 2010, ma in particolare intende subdolamente modificare gli stili di vita e di consumo dei cittadini, per propinare prodotti di laboratorio, è il momento del latte artificiale”.
Il “latte senza mucche” è un prodotto artificiale che, secondo quanto afferma Remilk, nasce copiando il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche ed inserendolo nel lievito. Questo viene messo in dei fermentatori per produrre delle proteine del latte a cui verranno aggiunti in laboratorio vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali.
“Ci appelliamo all’Unione europea” chiosa Coldiretti Vicenza. “In passato la Corte di Giustizia Ue si era pronunciata contro l’utilizzo del termine ‘latte’ per le bevande vegetali (ad esempio il latte di soia) – sottolinea il direttore di Coldiretti Vicenza, Simone Ciampoli – ma le sempre più aggressive politiche di marketing adottate dalle multinazionali e l’attività di lobby all’interno delle istituzioni rischiano di sfondare ed aprire la strada a filiere ‘dal laboratorio alla tavola‘, dove a rimetterci in salute e reddito saranno i cittadini, a tutto vantaggio dei miliardari ‘filantropi’ che sempre più numerosi foraggiano il cibo artificiale”.
“Per combattere la guerra del cibo di laboratorio occorre anche la collaborazione del più prezioso alleato degli agricoltori: il consumatore, con la sua sensibilità per le cose buone ed il suo palato. – sottolinea Cerantola – Quanti più cittadini continueranno a mangiare il vero prodotto made in Italy coltivato nei nostri campi ed a frequentare i mercati contadini tanto più grandi saranno le chance di vincere questa battaglia. L’alternativa è un futuro dove i menu saranno preparati nei laboratori chimici e le mucche le vedremo solo allo zoo. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo, anche perché questo si rifletterebbe pure sull’abbandono delle nostre montagne, con ripercussioni sul turismo ed un’intera economia da decenni fondata su questi valori”.